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La verità che liberi fa 
mercoledì, 11 maggio, 2011, 10:09


La verità che liberi fa
è parente stretta di un giro di vento
conosce bene il canto della ghiandaia
e non frequenta il circo degli arroganti.
Si lascia nominare in ogni modo
ma non risponde a qualsiasi voce
e si allontana ogni giorno di più
da chi vorrebbe farne uno strumento...
La verità agisce prima di una ragione
non si perde nel gioco delle convenienze
soffoca dove parlano le ideologie
è ricompensa sicura del viandante.
La verità che liberi fa
non ha bisogno di superlativi
e non conosce campagne pubblicitarie
si siede in riva al mare, e respira.
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Libertà al tramonto 
venerdì, 6 maggio, 2011, 10:30


Libera di esportare democrazia dove petrolio chiama e libera di torturare i propri nemici, perché Miss Liberty è Francese e recita l'adagio "a la guerre comme a la guerre".
Libera di fabbricare prove inoppugnabili per spegnere le frequenze del dittatore ingrassato a dollari e ormai ottimo per il macello.
Libera di seminare uranio impoverito per il bene dei civili che potranno mettersi in coda e attendere l'estrazione della lotteria per guadagnarsi un bel tumore nei saldi di fine conflitto.
Libera di arrogarsi il diritto di decidere chi è buono e chi è cattivo e di revocare la carta verde quando il vento cambia e con il vento, anche le alleanze e le amicizie.
Libera di mettere i polli in batteria e di negare il fieno alle vacche, di gonfiare in ogni modo le carni e di giocare al piccolo farmacista con antibiotici e affini.
Libera di esportare sementi geneticamente modificati, di distruggere le varietà di mais in Messico, di contaminare i campi in Paraguay e di costringere al suicidio un buon numero di agricoltori Indiani.
Libera di imporre il consumo come vangelo dell'economia e la crescita come libro sacro dei popoli in via di sviluppo.
Libera di giocare a Monopoly con i soldi dei propri cittadini e di consentire alle banche di mangiarsi le case di quanti, si sono ritrovati in povertà, senza neanche capire bene da quale porta, miseria, sia entrata.
Libera di specchiarsi nella vecchia Europa e di sedurla con quel che resta di un'ideologia al tramonto che vorrebbe consumare anche quello che non c'è più.
Libera di pensare di poter sopravvivere a se stessa e di consegnare alla Cina le chiavi di un mondo che forse può ancora cambiare, ma non è che abbia più tutto questo tempo a disposizione.
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"Pirromani" 
lunedì, 2 maggio, 2011, 10:17


Finalmente hanno trovato Osama Bin Laden e possiamo festeggiare il grande successo di un uomo che muore per la sicurezza del nostro mondo.
Non ci sarà più terrorismo e tra poche ore finirà anche il conflitto Afghano e quello Irakeno.
I Cinesi sono pronti ad abbattere la muraglia, mentre la Corea del Nord, l'Iran e l'Arabia Saudita si apprestano a vivere in un contesto democratico e in dialogo con il buon vecchio occidente tutto stelle e strisce.
Sarà lui, sarà qualcun altro, sarà propaganda elettorale, sarà quel che sarà dicevano almeno due differenti motivetti sanremesi, ma non c'è violenza che non produca pace duratura e gli estimatori di Pirro hanno ormai perso l'abitudine di contare le proprie perdite.
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Aria di Rivoluzione 
venerdì, 29 aprile, 2011, 17:24


Le rivoluzioni non hanno mai cambiato nulla.
Oggi il potere appartiene a questo e domani a quello, ma una o mille bombe e milioni di persone uccise, possono solo scrivere con il sangue una storia che continua ad assegnare ad alcuni la parte della vittima e, ad altri, quella del carnefice.
L'unica rivoluzione in cui credo è quella dell'essere umano che diventa adulto e consapevole e smette di attribuire alle cose, alle situazioni o alle persone quella ricchezza ch'è già dentro di lui.
La telepredicazione dei bisogni induce a uno stato di perenne necessità che continua a cercare le ragioni della propria esistenza in un'automobile, in una casa o nell'ultimo ritrovato della tecnologia.
La domanda interroga ferocemente quel desiderio privo di educazione, del tutto incapace di trarre da se stesso quel che disperatamente cerca al di fuori.
La rivoluzione non può essere suggerita dalla fame o dalla sete, perché l'affamato e l'assetato agiscono in base a un istinto primario che si limita a placare se stesso e non considera più di tanto la situazione dell'altro.
La mediocrità non è negli uomini di potere, ma nel potere stesso che illude, confonde e stravolge le prospettive di un'umanità che vuole riempire e colmare quel che andrebbe svuotato. La pace e la giustizia hanno inizio nel singolo uomo che abbandona dove gli altri trascinano e lascia dove il fantoccio di un ego smisurato vorrebbe trattenere.
C'è bisogno di un mondo nuovo e di un umanità che alzi il livello delle proprie aspettative abbandonando il miraggio del consumo e dei suoi derivati.
C'è bisogno di un uomo nuovo che smetta di lasciarsi dominare dal pensiero e si riappropri del silenzio, della meditazione e della preghiera.
Quando smetti di pensare incessantemente e ti limiti ad affrontare le fatiche di ogni giorno, ogni tanto, puoi ritrovarti a cena con un po' di commozione, a letto con la serenità e puoi svegliarti senza l'assillo di dover dimostrare qualcosa a te stesso o a qualcun altro.
Non so dire se il figlio dell'uomo troverà ancora la fede quando ritornerà, ma penso che sia ormai ora di mettere da parte la forma di una qualunque fede e di assumerne la sostanza.

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Vuoti a perdere 
giovedì, 28 aprile, 2011, 10:05


Inizio a credere seriamente all'esistenza dei Rettiliani, una razza non propriamente umana che ha come finalità l'estinzione di ogni essere vivente.
Sangue freddo mescolato a cocaina e, tra una "pippata" e l'altra, decisioni planetarie, quotazioni in borsa, crescite, riprese, nuovo ordine mondiale, chip per tutti, cereali transgenici e deforestazione, centrali nucleari di ventesima degenerazione e corbellerie d'ogni specie e genere che si accatastano o sotterrano da qualche parte nel mondo.
Uomini di potere che considerano le nostre vite come vuoti a perdere che hanno l'unico scopo di acquistare e di consumare senza dare il minimo senso allo scorrere dei giorni della storia umana.
Le catastrofi sono "umanitarie", i terremoti una benedizione di un dio minore, mentre le falde acquifere si arricchiscono di uranio impoverito e con una buona campagna pubblicitaria è possibile far credere qualsiasi cosa oggi e domani il suo contrario.
Le parole non hanno più significato, sono note musicali che creano un tappeto sonoro in cui l'intonazione della voce è più importante di un qualunque messaggio.
Se fossimo "alla frutta", avremmo ancora qualcosa da mangiare, ma siamo oltre e non riusciamo a capire che un pomodoro vale più più di una banconota e una zucca potrebbe diventare più preziosa della zecca.
Quel che resta dell'homo sapiens è un idiota con quattro master che osserva a giorni alterni le curve della borsa e quelle di una donna in carriera presa in prestito da un qualunque viale alberato.
Nell'arco di un pugno di decadi abbiamo trasformato una buona parte del giardino che ci è stato affidato in un immenso cesso pubblico.
Se i posteri avranno l'opportunità di scrivere ancora un po' di storia, non sarà così carino leggere quel che avranno pensato di noi e di quel virus che ha trasformato l'essere umano in una bestia fratricida che contamina, uccide, inquina e sperpera, dunque esiste.
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