martedì, 26 aprile, 2011, 09:23
Lontano dalla pietra
lontano dal giardino
lontano dalle bianche vesti
lontano dai tuoi occhi aperti
che cercano, senza stupore,
la fine dove c'è un inizio.
Lontano dal passato
lontano dal futuro
lontano dal carcere dei tempi
lontano dalla tua memoria
che ricorda, senza speranza,
la morte dove c'è la vita.
Lontano dagli unguenti
lontano dai profumi
lontano da ogni tomba muta
lontano dalle tristi parole
che negano meraviglia
e dicono bruco dov'è farfalla.
Lontano da dove
perchè vicino è ovunque
e ieri come oggi è sempre,
ieri come oggi è oltre
la luce ha spento la notte
non ci resta che Vivere.
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giovedì, 21 aprile, 2011, 11:54
Allo stesso posto di,
ma non la stessa cosa
non la stessa persona,
come se fosse ma non è
finzione è il suo nome
simulare è il suo abito.
Il cerone si scioglie
il fondotinta sbiadisce
la maschera si sgretola,
il sipario si abbassa
la scena si conclude
forse la vita ha inizio?
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mercoledì, 20 aprile, 2011, 09:43
Nel cuore della notte
incanto il cuore di luna
e più non temo il buio.
Se il sinedrio è sicuro
resto incerto e vado
dove parola si accende.
Lascio giudizio ai tronfi
dove illusione muore
e vado cercando luce.
L'amore che dall'alto
rinasce nuovo sguardo,
Spirito, Guida e Maestro.
Nel meriggio di notte
uno spicchio è bagliore
chiaro un passo si fa.
lunedì, 18 aprile, 2011, 10:27
Non sono io la mia ombra, non sono l'immagine riflessa da uno specchio e non sono neppure il contenuto dei miei pensieri spesso disordinati e inconcludenti.
Non sono io quell'essere che ha bisogno di negare per affermare se stesso.
Quel che sono ha bisogno di silenzio da tacere e di luce in cui disperdere le immagini e le forme di una modalità dell'esistenza che allontana dalla verità dell'essere.
Quando smetto di pensare e di riflettere, di agire e di oppormi, di resistere e di insistere, di recriminare per il passato e illudermi per il futuro, sono ancora presente e nell'apparente assenza riscopro l'essenziale: la mia ombra si ricongiunge alla luce.
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venerdì, 15 aprile, 2011, 10:07
Un fiore non ha bisogno di partecipare alle selezioni di Miss Italia e un'Aquila non volteggia nel cielo per ricevere applausi a scena aperta.
Un filo d'erba non è nulla da solo, ma è incredibilmente affascinante quando con i suoi fratelli diventa un prato.
Il pavone, anche lui, non indossa la ruota per gli scatti digitali di un qualunque fotografo e la sua esibizione, ha finalità che appartengono alla vita.
L'uomo è sempre più lontano dalla bellezza: si diletta in giochi estetici, ritrae il vuoto, fotografa l'effimero e dipinge il nulla di un'esistenza che separa il bello dal buono.
Se il bello perde di vista il buono, quel che rimane può rispondere all'esigenza degli occhi, ma lascia del tutto insoddisfatto il cuore.
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