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Uno sconosciuto 
giovedì, 19 marzo, 2015, 16:36


Avremmo preferito uno sconosciuto. Un Dio che restasse lontano e non mostrasse il suo viso. Qualcuno con una maschera e che provenisse, preferibilmente, da Plutone o Nettuno.
Avremmo preferito qualcuno che mantenesse le distanze e non si mescolasse troppo con la nostra storia.
Un Messia senza padre nè madre o con un genitore tra i dottori della legge: certo, risulta scandaloso, oggi come ieri, il figlio di un carpentiere o di un falegname.
La familiarità di un Dio uomo tra gli uomini ci lascia ancora sbigottiti e interdetti.
E quella condanna a morte che prende quota nel cerchio dei potenti di ogni tempo, attende solo di essere eseguita.
Non è ancora l'ora, ma il circolo degli oppositori di Gesù ha già firmato un contratto con le tenebre e si appresta a diffondere qualsiasi menzogna per contagiare il popolo della stessa ostilità.
La luce non si arresta e continua il suo viaggio: se in questi giorni ci fermiamo a pensare, a meditare, a riflettere e a contemplare, potremo seguire il suo percorso e capire qualcosa di più di quel giorno che muore solo per qualche giorno, sino all'alba della Domenica che più non tramonta.

Accade in silenzio... 
mercoledì, 18 marzo, 2015, 17:02


Quando tace ogni voce, anche la propria, accade il silenzio e non hai la minima idea di dove ti potrà condurre o portare.
Accade il silenzio e il ronzio di ogni giudizio lascia il posto a una visione più armonica della vita e della storia.
Accade il silenzio ed è così bello lasciarlo andare; provare a stargli dietro mentre mostra un modo del tutto imprevisto e nuovo di risolvere una questione.
Accade il silenzio e mentre si allontana l'idea del "giusto ripudio" si fa strada l'idea di un'accoglienza possibile e straordinariamente creativa.
Accade il silenzio e Dio comunica una Parola che deve crescere e ti chiede se te ne vuoi occupare.
Accade il silenzio e il silenzio non è mai muto; anche gli uomini diventano giusti quando lo sanno ascoltare.

Le opere del Padre 
martedì, 17 marzo, 2015, 17:13


Qualcuno ha già scritto la condanna a morte di Gesù e vorrebbe accelerare i tempi della sua esecuzione.
Gesù è colpevole di compiere le opere del Padre, è ormai considerato un blasfemo, un falso maestro arrogante che afferma di poter agire nel nome di Dio.
Gesù comunica vita e le ombre della morte, per restare su temi cari a Giovanni, detestano la vita.
Un malato che guarisce è per loro una bestemmia compiuta in giorno di sabato.
Un uomo rincuorato dal perdono ricevuto mette in questione la grettezza dei cuori assetati di potere.
Le sue parole, capaci di restituire libertà a chi ha vissuto per troppo tempo prigioniero, sono pericolose e destabilizzano quel popolo che qualcuno ha sempre controllato come meglio ha creduto.
Si avvicina l'ora in cui Gesù stesso sceglierà di consegnarsi e l'ottusità di chi detiene il potere religioso è sempre più cieca di fronte a una Verità che non teme di affermare se stessa.
Non è che a distanza di due millenni le cose siano cambiate più di tanto: le tenebre vogliono anche oggi l'ultima parola e sono pronte a calare appena sentono qualcuno che ha il coraggio di pronunciare il giorno.

Lettera a un fariseo 
lunedì, 16 marzo, 2015, 18:11


Ti dà così fastidio l'idea che un bruco smetta di strisciare e prenda il volo mutando in farfalla?
Sei davvero convinto che il sabato di cui vai blaterando sia davvero gradito al Signore?
Davvero pensi che sia peccato la mano che mi ha guarito?
Pensi che sia illecito trasportare la mia barella in giorno di sabato?
E' davvero triste quel dio di cui mormori se ignora misericordia e compassione.
Che cosa t'impedisce di rallegrarti con me e di danzare la gioia per la mia guarigione?
Un uomo mi ha detto di prendere la mia barella e di camminare e io credo in chi mi restituisce il dono dei miei passi.
Non è forse più vicino a Dio un sabato in cui anche a me è concessa l'opportunità di fare festa?
Fai quel che credi, ma non ti chiederò il permesso di respirare.
Io credo in chi mi ha guarito e ho più di un dubbio in chi non mi aiuta neanche a raggiungere il bordo della piscina, perché anch'io possa raggiungere le acque della guarigione e della salvezza.

Segni e miracoli 
domenica, 15 marzo, 2015, 18:42


Tutta la vita è segno, preziosa indicazione che conduce nei pressi di un miracolo.
La voracità di chi non è mai sazio di segni continua a chiedere quello che ha di fronte agli occhi e consuma qualsiasi cosa senza fermarsi più di tanto a leggere e interpretare quel miracolo che più che provocare la fede la presuppone.
Il miracolo si realizza quando un qualunque segno incontra uno sguardo di fede capace di comprendere nel profondo quello che per gli altri è solo una coincidenza, una situazione difficile da spiegare o un evento straordinario.
Il funzionario del re non si lascia intimidire dalle parole di rimprovero di Gesù: insiste e ottiene quello in cui non solo spera, ma fermamente crede.
Quando si pronunciano parole apparentemente sicure, ma il cuore è nel dubbio e nella perplessità, qualunque risposta di da parte di Dio, cade nel vuoto della nostra domanda.
Quando la fede prende la parola e domanda senza esitazione, Dio non può che rispondere con abbondanza e generosità.




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