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Elogio dei vuoti a rendere 
mercoledì, 29 febbraio, 2012, 16:27


Non è mai pieno l'essere umano e, per quanto s'ingozzi e rischi di morire soffocato abbeverendasi, continua ad attribuire al cibo, alle bevande, ai vestiti, alle case, ai conti in banca e a tutto il resto, il compito di poter colmare quel vuoto che si porta dentro.
Non è mai pieno l'essere umano e il ricco piange miseria meglio del povero, lagnandosi dei prezzi delle carote o della bolletta della luce, mentre "scuda" i propri capitali con la complicità assente dello stato che riceve una piccola parte di imposte come se fosse un qestuante inopportuno.
Non è mai pieno l'essere umano e si racconta la favola, che un giorno, un giorno a venire, ne avrà davvero abbastanza e potrà dedicare il proprio tempo e le proprie risorse ai più bisognosi.
Non è mai pieno l'essere umano e innalza grattacieli e palazzi, ignorando volutamente, il numero degli alloggi sfitti che non impediscono a qualcuno di continuare a morire di freddo su una panchina dell'inferno all'aperto che illecitamente occupa.
Non è mai pieno l'essere umano e, difficilmente potrà diventare ricco, sino a quando non prenderà coscienza che nel mondo della materia non è possibile trovare una risposta per quanto lo Spirito domanda.
Più che moltiplicare i vuoti a perdere, dovremmo considerare noi stessi come vuoti a rendere e colmare la bottiglia di sogni, desideri, speranze, affetti e di tutto ciò che non occupa spazio e può essere trasportato con facilità dove, infine, la ricchezza sarà quella vera.
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Crescere 
venerdì, 24 febbraio, 2012, 10:53


Crescere, crescere, crescere e, ancora crescere.
Crescere senza diventare qualcosa di meglio e di più.
Crescere per riempire le case di nuovi elettrodomestici destinati a durare una breve stagione, per moltiplicare il numero di automobili sulle strade e per riempire il frigorifero di immondizia più o meno riciclabile.
Crescere per chiedere un nuovo prestito, per andare a dormire con l'ansia di quello che non si potrà mai restituire e crescere per distruggere e ricostruire.
Crescere con la benedizione di un terremoto che faccia ripartire l'edilizia e una guerra santa che giustifichi l'acquisto di nuove e sofisticate armi.
Crescere per sopravvivere e ammalarsi di ogni singola malattia, per aumentare il numero degli scaffali di una farmacia e per continuare a osservare chi muore per l'assenza di un bicchiere d'acqua potabile.
Crescere per il bene di un centinaio di banchieri che si stanno spartendo il mondo acquistando i nostri debiti, con l'aiuto e il beneplacito dei loro maggiordomi prestati occasionalmente alla politica.
Crescere e continuare ad essere schiavi, noi, noi che siamo stati creati e benedetti al pari dei re, noi che se credessimo un centesimo di quel che proclamiamo avremmo già vinto il mondo e realizzato un po' di più le nostre storie.
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Orietta degli spiriti 
martedì, 21 febbraio, 2012, 11:10


Una Berti indimenticabile, nel 1970, si classificava terza al Disco per l'Estate e cantava "finchè la barca va lasciala andare".
Una Berti dimenticata dava vita nel 1981 a un sequel opposto e contrario che affermava "porca miseria qui la barca non va più".
Orietta degli spiriti genera alluvioni e tsunami, affonda il Titanic e la Concordia e qualche volta, fa saltare anche rubinetti e trubi d'acqua casalinghi o parrocchiali.
Orietta, giuro che se vai a Sanremo nel 2013 (se ci saremo ancora e se il sud non sarà diventato il nord e viceversa) ascolterò con interesse la tua canzone e spenderò 5 euro e 5 centesimi per televotarti e sostenerti sino alla vittoria. Ti chiedo solo di evitare pericolose metafore acquatiche: credimi, sul momento forse non funzionano, ma alla lunga anche la barca più sicura affonda e non c'è più posto sullo scoglio del giglio!
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Celentaneide 
mercoledì, 15 febbraio, 2012, 10:32


Sermone extralusso per il molleggiato con le rotelle da ungere e la favella che racconta di tutto e di più, con rara superficialità e discutibile presenza scenica.
Il profeta brianzolo si toglie qualche sassolino dalla scarpa e attacca quanti hanno messo in discussione la "paghetta" dispensata da mamma rai per la sua esibizione.
E il festival?
Il Sanremone passa in secondo piano: tutto ruota intorno a questi 50 minuti di delirio cantato e recitato che fanno il botto di ascolti e tanto può bastare.
Per gli artisti in gara la serata di ieri non conta nulla, così come per la giuria demoscopica: viva la professionalità, la competenza e il rispetto accordato a pubblico e cantanti.
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Segreti 
mercoledì, 8 febbraio, 2012, 08:26


La lettura del labiale restituisce il contenuto dell'offesa pronunciata da un calciatore a bordo campo, mentre il gieffe punta una telecamera sotto le lenzuola di due concorrenti e, un politico tra i tanti, viene intercettato e ascoltato da migliaia di persone sul sito di un quotidiano nazionale.
L'amante misteriosa di un marito infedele lascia tracce pericolose su Facebook e un tweet riporta un'indiscrezione pescata in un corridoio di mormorazioni che diventerà piazza in pochi secondi.
Non è la vita di un investigatore privato, di una spia governativa o di un funzionario della Central intelligence agency, è la vita di tutti, è la nostra vita che pubblica ed è pubblicata in ogni suo aspetto più nascosto.
Una carta d'identità magnetica racconterà una storia, un codice a barre rivelerà il nostro prezzo e un chip sottopelle traccerà i nostri spostamenti da un capo all'altro del pianeta.
E' un mondo assurdo per una comunità sempre più disfunzionale, nevrotica, ossessiva ed ossessionata in un medesimo tempo.
Poi, qualcuno, ti ferma per strada e ti parla in un orecchio, così come facevamo da piccoli e ti senti così ricco di una buona notizia che non hai nessuna intenzione di rivelare e di condividere in nessun modo. Quel segreto non è tuo! Sei solo un contenitore che regge ad ogni urto, in forza di quella forma di affetto chiamato rispetto per la vita degli altri. Almeno per oggi, possiamo ancora fare la differenza: possiamo mandare al diavolo questo mondo di megabyte indiscreti e provare la gioia di custodire gelosamente un segreto che ci è stato affidato.

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