martedì, 21 febbraio, 2012, 11:10
Una Berti indimenticabile, nel 1970, si classificava terza al Disco per l'Estate e cantava "finchè la barca va lasciala andare".
Una Berti dimenticata dava vita nel 1981 a un sequel opposto e contrario che affermava "porca miseria qui la barca non va più".
Orietta degli spiriti genera alluvioni e tsunami, affonda il Titanic e la Concordia e qualche volta, fa saltare anche rubinetti e trubi d'acqua casalinghi o parrocchiali.
Orietta, giuro che se vai a Sanremo nel 2013 (se ci saremo ancora e se il sud non sarà diventato il nord e viceversa) ascolterò con interesse la tua canzone e spenderò 5 euro e 5 centesimi per televotarti e sostenerti sino alla vittoria. Ti chiedo solo di evitare pericolose metafore acquatiche: credimi, sul momento forse non funzionano, ma alla lunga anche la barca più sicura affonda e non c'è più posto sullo scoglio del giglio!
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mercoledì, 15 febbraio, 2012, 10:32
Sermone extralusso per il molleggiato con le rotelle da ungere e la favella che racconta di tutto e di più, con rara superficialità e discutibile presenza scenica.
Il profeta brianzolo si toglie qualche sassolino dalla scarpa e attacca quanti hanno messo in discussione la "paghetta" dispensata da mamma rai per la sua esibizione.
E il festival?
Il Sanremone passa in secondo piano: tutto ruota intorno a questi 50 minuti di delirio cantato e recitato che fanno il botto di ascolti e tanto può bastare.
Per gli artisti in gara la serata di ieri non conta nulla, così come per la giuria demoscopica: viva la professionalità, la competenza e il rispetto accordato a pubblico e cantanti.
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mercoledì, 8 febbraio, 2012, 08:26
La lettura del labiale restituisce il contenuto dell'offesa pronunciata da un calciatore a bordo campo, mentre il gieffe punta una telecamera sotto le lenzuola di due concorrenti e, un politico tra i tanti, viene intercettato e ascoltato da migliaia di persone sul sito di un quotidiano nazionale.
L'amante misteriosa di un marito infedele lascia tracce pericolose su Facebook e un tweet riporta un'indiscrezione pescata in un corridoio di mormorazioni che diventerà piazza in pochi secondi.
Non è la vita di un investigatore privato, di una spia governativa o di un funzionario della Central intelligence agency, è la vita di tutti, è la nostra vita che pubblica ed è pubblicata in ogni suo aspetto più nascosto.
Una carta d'identità magnetica racconterà una storia, un codice a barre rivelerà il nostro prezzo e un chip sottopelle traccerà i nostri spostamenti da un capo all'altro del pianeta.
E' un mondo assurdo per una comunità sempre più disfunzionale, nevrotica, ossessiva ed ossessionata in un medesimo tempo.
Poi, qualcuno, ti ferma per strada e ti parla in un orecchio, così come facevamo da piccoli e ti senti così ricco di una buona notizia che non hai nessuna intenzione di rivelare e di condividere in nessun modo. Quel segreto non è tuo! Sei solo un contenitore che regge ad ogni urto, in forza di quella forma di affetto chiamato rispetto per la vita degli altri. Almeno per oggi, possiamo ancora fare la differenza: possiamo mandare al diavolo questo mondo di megabyte indiscreti e provare la gioia di custodire gelosamente un segreto che ci è stato affidato.
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giovedì, 2 febbraio, 2012, 09:42
Che monotonia il posto fisso, molto meglio poter cambiare panchina ogni giorno, rallegrarsi della neve o del sole e mangiare a giorni alterni.
Se una battuta come quella di Monti sul posto di lavoro fisso fosse stata pronunciata da Silvio Berlusconi, la rete si sarebbe indignata e le sinistre avrebbero cavalcato l'onda, ma all'uomo trilaterale del Bilderberg e della Goldman, tutto è consentito.
Questo messia del nuovo ordine mondiale è un salvatore che resta perplesso se qualcuno parla in termini di potere delle sue funzioni, certo, siamo tutti convinti che il suo sia servizio e lei abbia a cuore la sorte del nostro paese e non gli interessi di quella fetida categoria di uomini che ha trascinato il mondo in questa prospettiva di investitori, sciacalli & affini.
Chissà di quanto tempo avremo ancora bisogno per prendere coscienza che il mondo dello spread, dei titoli di borsa e della crescita è una bugia che ha appena iniziato a presentare il conto.
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sabato, 28 gennaio, 2012, 15:57
Non ho paura di quel che chiami futuro: quando e se giungerà infine dalle nostre parti, sarà presente e non resterà tale che per una manciata di secondi.
Ha davvero senso perdersi nel girone dei fantasmi inquieti che preannunciano sventure e prendono il comando delle ansie?
Chi guadagna con la paura inventa prima la malattia e subito dopo il rimedio.
Chi capitalizza con l'angoscia continua ad acquistare mezzi che producono morte e distruzione e taglia i contributi all'istruzione e alla sanità.
Bisognerebbe osservare meglio questi feudatari del terzo millennio e rider loro in faccia sino a spazzarli via.
Si tengano pure il futuro di cui ci stanno privando e, mentre restano in attesa di quel che verrà, riprendiamoci il presente e smettiamo di subire quel che sta accadendo: non è inevitabile come potrebbe sembrare.
Senza paura è possibile tornare a decidere chi davvero può cambiare questo tempo ch'è nostro.
Senza paura puoi decidere di non viaggiare inutilmente ed evitare di alimentare il giocattolo del greggio.
Senza paura resti a casa a leggere un libro e, improvvisamente, il gieffe chiude i battenti.
Senza paura puoi evitare di acquistare il cibo spazzatura e premiare chi produce rispettando l'ambiente e scegliendo la qualità.
Senza paura puoi acquistare quello di cui hai davvero bisogno, puoi smettere di sprecare inutilmente e puoi ritrovare il gusto delle cose semplici.
Senza paura, il presente è davvero tuo e, basta aspettare ancora un attimo e ci sentiremo meno soli nel chiedere che la vita sia vita e che il soldo inesistente si converta in pomodori e patate.
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