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Diario natalizio 11 
giovedì, 4 gennaio, 2024, 07:41


Diario natalizio 11

Non c’è bisogno di nessun orologio per annotare il tempo che non appartiene più al calcolo e allo scorrere di una giornata, ma diventa grazia e gloria di un istante che appartiene all’eterno.
L’evangelista conosce bene quel rintocco che diventa l’inizio di un percorso, di una storia che incide alcune lancette nella profondità di un’anima.
Il battista ha ormai completato la propria missione e lascia che alcuni suoi discepoli vadano oltre per scoprire la dimora che racconta la presenza del regno di Dio sulla terra.
Chi vuole abbracciare la verità del tempo che ci è concesso su questa terra deve abbandonare la folle rincorsa di attimi che non possono essere raggiunti e prendere coscienza che il proprio appuntamento con la vita è proprio lì dove una Parola risuona per essere ascoltata.
Ovunque siamo c’è la concreta possibilità di decidere se sperimentare la sequela che conduce alla dimora o accontentarsi di prendere una casa provvisoria e di simulare una parvenza di felicità.
Il Natale inizia a farsi difficile e mentre riponiamo il presepe in una scatola, il rischio è di metter via anche la luce di quella notte e di rimandare al prossimo anno l’incontro con una Parola troppo impegnativa.
C’è tempo, ancora tanto tempo e poi, ci sono le quattro del nostro pomeriggio.



Diario natalizio 10 
mercoledì, 3 gennaio, 2024, 07:38


Se li osservi con un po’ di pazienza, se bussi con delicatezza alle loro porte, se attendi e dimentichi la fretta di tutti i giorni…
C’è un momento in cui ti ritrovi completamente coinvolto e puoi prendere parte anche tu alla quiete che abita i personaggi dei vangeli dell’infanzia.
Sono uomini che improvvisamente hanno le idee chiare e sanno perfettamente quello che devono fare o dire: persone che accostandosi al Verbo riscoprono la gioia di comunicare a un’altra profondità e risolvono l’apparente incompiuta dei loro giorni.
Il precursore dei sinottici diventa il testimone che nel Vangelo di Giovanni annuncia la presenza dell’Agnello, del Figlio di Dio, di colui che può prendere sulle sue spalle il peccato del mondo.
L’esperienza contemplativa che ha vissuto può affermare di aver visto e di aver testimoniato la presenza di chi battezzerà nello spirito Santo.
Non possiamo restare a guardare con la protezione dello spettatore che rinuncia a lasciarsi coinvolgere o che non va oltre il gioco delle emozioni che si consumano rapidamente e scemano quando finisce lo spettacolo. La verità del Natale è nel prendere posizione, nell’avere il coraggio di schierarsi e nel riscoprire che quella testimonianza, adesso può davvero essere la nostra.




Diario natalizio 9 
martedì, 2 gennaio, 2024, 07:42


Arrivano con le idee poco chiare e ripartono ancora più confusi…
I sacerdoti e i leviti che incontrano Giovanni Battista nel deserto hanno la necessità di inquadrare la sua opera e di farla rientrare nei loro parametri. Il siparietto è quasi comico in quel procedere per esclusione che non trova l’etichetta adatta per identificare correttamente quel bizzarro personaggio che esce fuori dai loro schemi e dal loro orizzonte. Il discorso si complica ulteriormente quando Giovanni afferma di essere “Voce di uno che grida nel deserto”.
Le parole che dovrebbero risultare familiari vengono completamente ignorate e i sacerdoti partono all’attacco con il desiderio di mettere a tacere quello che non riescono a capire.
Capire l’agire di Dio volendo limitare le regioni sconosciute dello Spirito è rinunciare a entrare in dialogo col mistero che inevitabilmente sfugge a chi s’illude di possederlo.
La Parola che abbiamo di fronte non si risolve con un’equazione matematica o procedendo con la nostra logica: forse è più opportuno arrendersi e lasciare che sia lei a risolvere il mistero di quello che siamo realmente.


Diario natalizio 8 
lunedì, 1 gennaio, 2024, 08:36


La solita strada, anche i miei passi sono così simili a quelli di ieri e se non fosse per l’orologio che mi ricorda la mezz’ora in più trascorsa a rigirarmi nel letto, oggi sarebbe esattamente come ieri.
La versione annuale del “sabato del villaggio” è andata in scena e non ho ancora letto il conteggio dei feriti, ma sarebbe interessante conoscere anche la percentuale dei delusi.
Il “gratta e vinci” del 31 dicembre utilizza petardi e fuochi d’artificio al posto della solita monetina, ma difficilmente paga con grosse vincite.
Non ho mai capito perché abbiamo scelto la colonna sonora di un’ipotetica guerra per sottolineare il giro di calendario; ho sempre pensato che la leggerezza del silenzio potrebbe rispondere meglio alle necessità dell’essere umano, ma sembra che non sia possibile rinunciare alla liturgia caotica dei botti di fine anno.
Sono comunque contento di esserci ancora, perché non do mai per scontato l’atto del respiro che mi ricorda di essere vivo.
In giornata sentirò come stanno alcuni amici: ho già ringraziato più volte per la loro presenza; anche le persone care a volte stanno male e a volte sono costrette a lasciarci.
Tra poco celebrerò la solennità di Maria Madre di Dio e lo farò con la partecipazione e l’entusiasmo che mi appartengono. Sarà un buon anno o almeno cercherò di renderlo tale e di fare quel che posso per farmelo amico.
Dio benedica tutti e doni un sorriso e un po’ di luce a questo primo giorno dell’anno.

Diario natalizio 7 
domenica, 31 dicembre, 2023, 08:11


Oggi la liturgia della parola ci ricorda l'esperienza di Abramo sia nella prima che nella seconda lettura. Si potrà ancora parlare di un patriarca della fede o qualcuno proverà un certo fastidio?
È politicamente corretto chiamare in causa un uomo con tutta quella discendenza?
In una Bibbia riscritta dall'intelligenza artificiale ci sarà ancora spazio per lui?
Lo so che può far sorridere, ma qualcuno non nasconde il proprio desiderio di un colpo di spugna per cancellare definitivamente tutto ciò che turba la presunta modernità.
Se avessi messo due S. Giuseppe nel presepe ne avrebbe parlato anche il telegiornale e forse avrei trovato come ripagare il debito dei tetti.
Scusate, ma non è proprio nelle mie corde e penso di dover continuare a parlare di Abramo e la Sacra Famiglia per me resta quella di sempre.


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