giovedì, 22 gennaio, 2015, 05:53
Per semplice curiosità
per il più profondo interesse
per solitudine o per noia
per affetto e per amicizia
per la gioia delle parole
per la verità dei silenzi
per affrontare l'inverno
per cogliere l'estate
per una sola stagione
per la vita intera
per spontanea affinità
per le attaraenti differenze
per il bambino che siamo stati
per il vecchio che diverremo
per estrema superficialità
per la più pura tra le fortune
per voltare pagina
per continuare a leggere
per le storie di ieri
per il racconto di oggi...
Gli altri che abbiamo incontrato
quelli di questo nuovo mattino
meritano fiducia e accoglienza
e un grazie detto troppo poco,
gli altri sognano come noi
gli altri sono come noi
e noi siamo proprio come loro.
1 commento
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mercoledì, 21 gennaio, 2015, 05:45
Quando un uomo guarisce è festa e se ancora non riesci a capirlo, il tuo dio è davvero più misero che misericordioso.
Quando una donna tocca il cielo con un dito è festa e se desideri negarle la gioia di una danza, il tuo io è un insignificante puntino che simula una grandezza che di fatto non sussiste.
Quando un bambino gioca è festa e se arriva puntuale il tuo rimprovero, la tua infanzia ha bisogno di uscire dalle pareti della prigione in cui l'hai rinchiusa.
Quando un giovane ama è festa e se il tuo indice accusa, mentre ti stracci le vesti, hai smarrito la purezza dei tuoi sentimenti più veri.
Quando un'anziana racconta storie antiche è festa e se quel che provi è noia la via della saggezza è ancora lontana.
Quando un uomo guarisce è festa e se tendi la mano, qualcuno di sicuro è pronto ad afferrarla e che sia venerdì, sabato o domenica, lasciati andare e prova a guarire insieme a lui.
martedì, 20 gennaio, 2015, 06:09
Che cosa ci sarà mai in quel sacchetto di spazzatura abbandonato in quell'angolo?
Chi sarà mai quell'uomo che chiede l'elemosina di fronte al supermercato?
Dove si nasconde quel mostro che ha deciso di far saltare in aria la nostra società?
Se a tombola la paura si accontenta di un timido 90, nella vita di tutti i giorni rilancia sé stessa senza porre più limiti.
Il nemico è in agguato ovunque e l'uomo delle paure della nostra infanzia si raccontava sempre nero, minaccioso e ostile, pronto a intervenire nella notte tenebrosa e buia.
Il nemico viene raccontato e descritto dalle grandi televisioni e dalle piccole emittenti, dalle numerose bufale dei social e dalle troppe parole che si spendono senza l'uso di un solo pensiero.
Osservo la mia immagine allo specchio e penso che l'unico vero nemico, quello che dovrebbe prendersi la responsabilità delle proprie azioni è in quel riflesso che dovrei conoscere un po' meglio per potermi rapportare serenamente con i miei fratelli.
Se desidero un mondo meno ostile è tempo di fare i conti con la mia personale capacità di rifiutare, di odiare, di essere indifferente e cinico.
Se desidero un mondo più amichevole è tempo che io dia agli altri quello che troppe volte mi aspetto da loro.
lunedì, 19 gennaio, 2015, 06:14
Ho perso la confidenza con le ore piccole e ho iniziato a considerare più attentamente il giorno e il suo divenire...
L'oro del primo mattino è questo essere soli senza solitudine, in compagnia di pensieri tranquilli e non ancora proiettati verso le incombenze del giorno.
L'oro di queste ore è pensare attentamente al proprio respiro e provare lo stesso stupore che mi accompagnava quando ero bambino: davvero sono io quell'essere che considera il mistero d'esser vivo?
E' inevitabile lasciar entrare quello spiraglio di luce che sopravvive alla notte e che continuo a pesare come un dono Dio.
Sorrido dei miei limiti, provo tenerezza per quelli di chi mi sta vicino: nessuno sguardo impietoso può resistere alla Sua Presenza.
L'ilarità promessa conosce la più bonaria tra le ironie, ma non sconfina nei pressi del sarcasmo.
La bontà dell'umore si tinge di pastelli che sfumano quel desiderio d'incontrare e di provare a far crescere i rapporti con le persone che amo ricordare in questa piccola stanza del giorno.
Un abbraccio a tutti...
domenica, 18 gennaio, 2015, 08:32
Non sono un coccodrillo, uno di quelli che restano per mesi o anni in un cassetto o in un database e saltano fuori al momento opportuno, quando le tradizioni degli uomini reclamano la notizia e il commento di una morte più o meno celebre.
Sono la voce di un ricordo che fatica a essere stentorea e sicura, perché l'emozione può tradire e i colori si abbandonano a milioni di sfumature difficili da definire.
Quello che resta è l'affetto, un bicchiere di vino e la speranza che altrove la tua mano sia ferma e ritrovi un pennello per dipingere l'essenza di un altro mondo. Anche Dio, ne sono sicuro, vorrà convenirne.
Ciao Silvio!
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