martedì, 3 gennaio, 2012, 10:25
Come si sta dall'altra parte?
Ti sei mai chiesto che tempo fa oltre il confine?
Non immagini neanche quanto sia profonda la sofferenza di chi ricorda bene quanto è accaduto, di chi riceve in eredità parole e gesti che pesano come un macigno sulla vita quotidiana.
Non puoi certo avere un'idea di che cosa significhi affrontare le piccole banalità di ogni giorno, quando sei preoccupato di quel che può accadere a una persona a cui vuoi bene e che riesce a farsi male con le proprie mani.
A volte è un bicchiere o una pasticca, a volte è polvere chimica e, per chi osserva dal punto di vista della sobrietà, non resta che una tristezza muta, un nodo alla gola, un vuoto allo stomaco e, quando si è fortunati, qualche lacrima.
Chiudi la porta di casa e ti abbandoni sul divano con l'unico desiderio di respirare in modo profondo e di ripetere a te stesso che non conosci ancora la fine di una storia, che non hai nessun diritto di giudicare e che devi ritrovare in tempi brevi un attimo di quiete.
C'è un tempo in cui sei ricco di parole che esprimono il senso del sacrificio e, c'è un tempo in cui non hai più nessuna voglia di dare voce a quanto appartiene più alla vita che al mondo delle idee.
Dall'altra parte, non ti resta che una preghiera, un angelo custode e la voglia di ripetere a te stesso che non hai nessuna intenzione di lasciar perdere e di arrenderti.
Apri le finestre al giorno successivo e provi a dire grazie, accarezzi un gatto, bevi un caffé e ne trattieni in bocca l'aroma...
Continui a credere che tutta questa tristezza, alla fine del viaggio, non sarà stata inutile.
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venerdì, 30 dicembre, 2011, 08:25
Non desidero il frastuono di una notte, la bocca impastata e lo stomaco pesante.
Non amo più di tanto i trenini che non vanno da nessuna parte e lo spreco di colore di coriandoli e stelle filanti che domani saranno solo spazzatura.
Non mi piace l'odore della polvere da sparo e non attenderò la mezzanotte con due botti di gioia artificiale in mano.
Vorrei limitare il numero di telefonate e di messaggi che sovraccaricano le linee di auguri impersonali e di buoni propositi che il mattino del due gennaio non avranno più alcun valore.
Dammi un sogno in più, soltanto un sogno, la fatica e la volontà di realizzarlo e il tempo necessario per cambiare una delle tante zone d'ombra della mia vita.
Dammi un sogno di più e le parole per poterlo condividere con le persone che amo.
Dammi un sogno in più, la semplicità di due dita di vino e un amico che abbia ancora il coraggio di sognare insieme a me.
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venerdì, 23 dicembre, 2011, 09:37
Ciao Rué!
Il post si è perso nella notte di Natale, quando un "hacker", probabilmente un ragazzino, è riuscito a entrare nel sito e ha mandato in palla la prima pagina.
Carmelo e Tsumi hanno rimesso a posto le cose in breve tempo, ma in uno dei passaggi è andato perduto quanto avevo scritto.
In questi giorni ho preso un attimo di pausa e con ogni probabilità scriverò qualcosa per la fine dell'anno.
Un augurio a tutti per il Natale passato e, a presto.
La notte, talvolta, si porta via i pensieri e per quanto siano numerose le memorie a cui ci affidiamo, bisognerebbe conservare meglio la propria agenda mentale. Sorry!
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lunedì, 19 dicembre, 2011, 10:22
Non è scritta su una strada differente da quella che percorri abitualmente ogni giorno...
Non si trova a casa del vicino che consideri più fortunato o tra le pagine di un libro scritto per addetti ai lavori...
Non appartiene a una categoria di persone privilegiata o a una casta di eletti...
La Notizia è dentro di te e dentro ognuno di noi: il messaggero ha solo il compito di aiutarti a prendere coscienza di una realtà che puoi constatare se smetti di cercare al di fuori quello che è presente al tuo interno.
Se un giornalista cerca in ogni modo di entrare "dentro la notizia", un uomo di buona volontà, deve semplicemente accorgersi che la notizia è già dentro.
Non diventerà carta e cuore d'incanto, non senza il consenso e la partecipazione di chi la custodisce e ha, ancora una volta, la grande opportunità di provare a pubblicarla col sudore della propria fronte e la verità del proprio cuore.
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venerdì, 16 dicembre, 2011, 09:25
Lo senti quel cielo che riposa d'inverno
quella notte apparente più lunga del giorno
quel cuore a riposare e fare spazio
a chiudere gli occhi e sognare la luce...
Le tinte pastello sfumate di affetto
biglietti d'auguri scritti a matita
bucce di mandarino sui termosifoni
il muschio, le statuine e un po' di fieno.
La ricca povertà di desideri leggeri
la misura e il rigore di un'altra festa
il dono più nel cuore che nella tasca
il vecchio ancora accanto al bambino.
Non è ieri, forse sarà anche oggi,
per chi sceglierà il cammino dei pastori
la gioia semplice di una famiglia
l'attesa senza bramosie e inquietudini.
Non è ieri, certo è già oggi,
in una speranza che sa accendersi
in una parola che si fa perdono
in una mano qualunque che si apre.
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