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Il vento fa il suo giro 
mercoledì, 12 gennaio, 2011, 09:24


Il vento fa il suo giro
oggi la ruggine dice il vecchio
e, solo ieri, sorridevi bambino...
le labbra leggere del primo bacio
la carta increspata del proprio viso,
le stagioni si muovono in fretta
prima caramella e dopo sigaretta,
un grembiule nero e un fiocco blu
il vento passa e ieri non è più.
Il vento fa il suo giro
sono io che studio a settembre
e, sono sempre io con l'aquilone...
le notti cariche tracciate a matita
l'amore acerbo di un veloce per sempre,
il mito di un'età della ragione
il calendario muta ogni convinzione,
sono stato spesso quello e questo
mi diverto ancora e così, resto.
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Andata e ritorno 
martedì, 11 gennaio, 2011, 10:41


"O Signore dammi questo, fai funzionare quello e trasforma quell'altro".
Tra una domanda e l'altra, vorrei imparare a pregare e smetterla di rivolgermi al Padreterno come se fosse un commesso dell'Ikea.
Troppe preghiere chiamano in causa Dio per inviare la lista della spesa o dei sogni e desideri dell'umanità intera.
Si prega Dio per la pace nel mondo da un lato, e, dall'altro, si continua a fare il muso a Tizio, a disprezzare Caio e a trascinare l'inimicizia con Sempronio. La realtà è che quella pace, l'abbiamo già ricevuta da tempo, ma non abbiamo nessuna intenzione di restituirla neanche in minima parte.
Si prega Dio perché nessuno debba morire di fame o di sete, ma il cibo e le bevande che abbiamo ricevuto, restano a marcire in una qualunque dispensa.
Siamo esseri assai strani: teniamo le mani in tasca di fronte a un piatto fumante e ci lamentiamo se Dio non interviene per imboccarci.
Quando impareremo a dire "Grazie" per quel che abbiamo ricevuto e per quanto ci appartiene ogni giorno, la nostra preghierà smettera di restare inevasa nei cieli e potrà dare una risposta sovrabbondante su questa terra.
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E' festa... 
lunedì, 10 gennaio, 2011, 08:25


E' festa!
Saluto il giorno ch'è venuto, cerco di osservarlo bene perché se lo guardo di storto, è assai probabile che anche lui mi offra il suo profilo peggiore.
E' festa e trattengo le litanie sulla stanchezza che non danno alcun riposo: i lamenti, anche se apparentemente sembrano essere uno sfogo utile e necessario, finiscono col dare vita a una forma di malcontento che posso attribuire al tempo, al capufficio, alla nebbia, alla coda alle poste, al veicolo che non riesco a superare, ma con un po' di onestà non posso che ammettere che ho dato vita al mio lamento e lo sto nutrendo d'imprecazioni del tutto inutili.
E' festa se abbandono l'abito della vittima e mi vesto di responsabilità.
E' festa se smetto di colpevolizzare chiunque mi capiti a tiro, se scelgo di fermarmi e di respirare sino a quando riacquisto sintonia con questo giorno che andrebbe benissimo, se solo smettessi di subire e apprendessi la capacità di scegliere.
E' festa! Con la pioggia che bussa ai vetri, con i ladri che salutano la notte, con il torcicollo e con tutti gli imprevisti e le probabilità di una vita di cui conservo, gelosamente, il pacchetto di maggioranza e le risorse per rispondere che, modestamente, ci sono!
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L'anno ch'è venuto 
domenica, 9 gennaio, 2011, 09:58


L'anno ch'è venuto, passata l'ora delle saette artificiali, dei botti sparati in cielo e del brindisi dei calici, è ancora assai giovane, eppure per molti è ormai vecchio.
I buoni propositi sono tornati nei cassetti e l'euforia ha lasciato spazio alla disillusione, alla consapevolezza che tutto è rimasto così incredibilmente uguale.
Ho evitato di scrivere i miei auguri tra la fine del 2010 e l'inizio del 2011, non ho comprato pacchetti di sms da spedire in serie e ho aspettato il ritorno dei giorni più comuni...
E' adesso che vorrei dire auguri...
E' adesso che vorrei brindare al nuovo anno che abbiamo davanti...
E' adesso che desidero considerare i miei buoni propositi ed evitare di rispedirli a chissà quale nuova data.
Prendo tra le mani il calendario, metto un appunto per evidenziare i miei sogni e penso che abbiamo un anno tutto nuovo davanti: che il 2011 sia per tutti noi quell'anno in cui abbiamo smesso di attendere la novità dagli altri per provare a scriverla di nostro pugno!
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Credo ai miei occhi socchiusi 
sabato, 8 gennaio, 2011, 18:04


C'è sempre un'immagine che per un istante appare definita agli occhi della mente e allo sguardo del cuore. E' solo un momento, poi sfuma sino a scomparire lasciando un orizzonte vuoto e, ti chiedi, se davvero hai visto o se si è trattato di un miraggio o di un'allucinazione.
Passano giorni e talvolta anche mesi e quando hai dimenticato di che colore era quel sogno, ricompare, un altro attimo, una nuova visione.
Un tempo mi sarei accontentato di quel che si può vedere quando gli occhi sono aperti, oggi sento il bisogno di aggiungere al mio sguardo quel mondo di percezioni, di intuizioni e di sogni che arricchiscono la realtà di un punto di vista che devo ancora esplorare sino in fondo.
Se ieri è stato importante vedere per credere, oggi, diventa essenziale imparare l'arte di credere per poter vedere.

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