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Non alzerà la voce 
lunedì, 25 marzo, 2024, 07:44


Il tasto del volume è sempre oltre la soglia di una qualsiasi ragione, le voci si mescolano e si confondono, risultano distorte fastidose e snervanti. Le prime ore del mattino sono ancora silenziose, ma tra non molto il mondo tornerà a urlare sino a tarda sera e talvolta, anche di notte, il regno degli uomini continua la liturgia degli schiamazzi e delle grida che mettono a tacere il silenzio.
Vogliamo comunicare sempre anche quando non abbiamo nulla da dire. Il messaggio che abita le parole degli altri ha sempre il sentore di qualcosa di ostile e va coperto e superato a ogni costo. L'insulto e l'offesa non risultano mai sufficienti. Se c'è la possibilità di usare le parole come arma da taglio, le affiliamo per incidere meglio e di più con una certa soddisfazione nell'aprire e nell'allargare la trama di una ferita.
Diventa improbabile riuscire ad ascoltare chi non alza la voce, chi è più interessato al contenuto che desidera esprimere e non entra in conflitto con la nostra guerra dei volumi in distorsione.
Il diritto e la giustizia non prevalgono in forza del wattaggio dei nostri amplificatori, ma alzando la soglia della nostra attenzione in quel luogo silenzioso che chiamiamo coscienza.

Insieme 
sabato, 23 marzo, 2024, 07:46


La profezia a volte non è sufficiente. Quando il sogno insegue un domani che tarda ad arrivare devi conservare una speranza che vada oltre la barriera dei giorni che si consumano sulla terra.
Pensare che, comunque vada, le nostre sorti sono nelle mani di Dio e il punto finale della storia non sia distruzione e morte, ma vita che va oltre ogni nostra capacità di immaginare un lieto epilogo.
L'attesa di quel giorno non deve nutrirsi di fatalismo e indifferenza di fronte agli eventi che dobbiamo comunque affrontare, ma del coraggio e della generosità di chi non rinuncia a operare anche quando tutto sembra essere perduto.
I popoli diventeranno un solo popolo e non sarà una scelta politica a realizzare quell'unità profonda che può trasformare ogni straniero in fratello, ma il dono di un Dio che raduna i propri figli e la comprensione piena di un sacrificio che rende possibile quel mistero che chiamiamo comunione.
Contemplare già oggi l'Eucaristia è apprendere l'arte di essere realmente insieme e superare quel male che divide ogni cosa e persona in realtà contrapposte e inconciliabili.

V senza vendetta 
venerdì, 22 marzo, 2024, 07:54


Il torto subito è sempre a nostro carico e l'inestinguibile debito ha il volto del nemico del giorno. L'amministratore di condominio che riteniamo corrotto o un vicino di casa troppo rumoroso, un insegnante che ha preso di mira nostro figlio o un datore di lavoro che non riconosce i nostri meriti, un politico prepotente o un immigrato invadente... c'è sempre l'incarnazione di un desiderio di rivalsa che si agita nella mente.
Si augurano malattie senza misura, si esulta per la morte di qualcuno o ci si accontenta di un tracollo finanziario o almeno della distruzione dell'immagine pubblica di chi riteniamo particolarmente ostile.
La vendetta non è mai sufficiente, alza la posta inesorabilmente e la chimera della personale soddisfazione, dura il tempo di un gelato divorato voracemente e subito dopo, c'è un nuovo bersaglio che appare all'orizzonte.
La moderazione dei canali d'informazione, della rappresentanza politica e degli stessi capi di stato, spesso, sembra quella di chi conduce il tifo nella curva di uno stadio.
L'insulto non ha più alcuna regola e il desiderio di provare a guarire è nettamente inferiore rispetto al bisogno di procurare nuove ferite.
La vendetta che talvolta i profeti attribuiscono anche a Dio è il semplice restauro di un ordine, è il ritorno a compiere opere nel segno della giustizia e non esclude la variabile del perdono.
Tempi duri per chi desidera una V che sappia di vittoria e non di vendetta.


Abbondanza 
giovedì, 21 marzo, 2024, 07:25


Siamo troppi e il pianeta è progettato per meno della metà delle persone presenti in questo momento...
Chi lo afferma quotidianamente sta pensando che siano gli altri quelli che si ostinano a respirare inutilmente e più che a ridurre i propri consumi si applica nell'intento di dimezzare i consumatori.
C'è sempre un motivo nobile e giusto per mandare al fronte i figli degli altri e una medaglia da restituire ai loro genitori.
C'è sempre una bandierina che rappresenta i buoni che combattono contro il cattivo di turno e non importa se quelli che restano sul campo sono esseri umani che perdono il dono del respiro, almeno sino a quando non sono tuoi familiari e amici.
Sembra che l'industria delle armi non inquini in alcun modo e sia a servizio di una terra più limpida e vivibile.
Come suonano lontane le parole di Dio ad Abramo e quella promessa di fecondità e fraternità, oggi appare più come una minaccia che come una prospettiva di abbondanza e di gioia.
Del resto, abbiamo fede nel superuomo e nella sua volontà di potenza che a giorni dovrebbe sostituire Dio e prendersi cura delle miserie umane.
Resto connesso a questa terra e al limite del mio essere semplicemente umano: contemplo l'abbondanza che viene da Dio e provo a giocare la carta della condivisione e della solidarietà delle risorse di cui dispongo. Non mi è chiesto di più, non mi è chiesto di meno.


Il limite di uno sguardo 
mercoledì, 20 marzo, 2024, 07:27


Se riavvolgo il nastro della memoria e osservo le tante immagini che un tempo hanno avuto un particolare significato e oggi risultano prive di qualsiasi interesse, non posso che riconoscere i limiti del mio sguardo.
Non erano vitelli e non erano d'oro, ma quante volte ho assolutizzato qualcosa o qualcuno che non era poi così importante.
Il bisogno di collocare i frammenti del quotidiano in una cornice che riesca a riassumere il senso di una vita è una domanda legittima, le risposte che troviamo strada facendo vorrebbero stabilizzarsi e dare un volto definito a qualcosa che ripetutamente sfugge. Vorremmo vedere, toccare, possedere e controllare una realtà che offre alcuni segni e ci ritroviamo con un pugno di mosche in mano.
Il desiderio di contenere e raffigurare l'infinito in una o più immagini è dimenticare il continuo movimento di una fede che ha necessità di andare oltre.



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