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Molto Ru(m)more per nulla 
mercoledì, 24 gennaio, 2024, 07:39


Mi piacciono gli spaghetti quadrati della Rummo e resto del tutto disinteressato dalla visita apostolica del Matteo che non nomino agli stabilimenti del noto pastificio. Sarebbe più interessante discutere sulla provenienza del grano utilizzato per le farine, ma questo riguarda buona parte dei marchi di maggior consumo e forse è troppo reale per meritare un qualunque confronto.
Posso comprare un pandoro prodotto artigianalmente da un pasticcere locale, ma la firma sulla confezione m'interessa meno di un’intervista di Marzullo a Wanna Marchi. L'elemento beneficenza non può che farmi sorridere e una giornata qualunque ti offre la possibilità di essere attento a chi è sprovvisto dell'essenziale senza ricorrere ai consigli per gli acquisti.
L'ideologia, in assenza d'idee, ti porta a considerare il mondo dal punto di vista di politici, influencer, opinionisti e tutto il pixel minuto per minuto, ma il mondo delle notizie è più artificiale dell'omonima intelligenza.
Leggere, ascoltare, osservare con un minimo di partecipazione una qualunque forma che abbia ancora un contenuto non risolve il problema, ma aiuta a stare meglio.



The miracle club (2023) 
martedì, 23 gennaio, 2024, 17:48


Un po' commedia agrodolce e un po' road movie, the miracle club scorre per 90 minuti senza riuscire a coinvolgerti completamente. Quel che capita è un po' quello che ti aspetti e la presenza di un ottimo cast di attrici rende godibile questa pellicola di Thaddeus O'Sullivan, ma non regala forti emozioni.
La riconciliazione di un piccolo gruppo di donne si mette in viaggio per Lourdes sul finire degli anni 60 e il vero miracolo è nel desiderio e nella volontà di ritrovare le parole necessarie per potersi, finalmente, capire.
Si cade un po' troppo nello stereotipo di un Irlanda già raccontata più volte, ma non sono pentito di aver passato una serata che comunque regala qualche pensiero sulla fragilità dei rapporti umani, sull'estrema facilità con cui possono interrompersi e su quanto sia difficile ricomporli.

Francesca De Bonis: Doveva andare così 
martedì, 23 gennaio, 2024, 11:04


Tra la fine del 2023 e l'inizio del 2024 ho ascoltato ripetutamente "Doveva andare così" di Francesca De Bonis ed é stato amore a prima vista. Una voce che sa graffiare o accarezzare e può permettersi di duettare con Sarah Jane Morris o con Matt Backer con una semplicità ed efficacia disarmante. Una ricchezza di timbri che ti fanno passare dall'italianità al respiro internazionale senza perdere immediatezza e verità. I generi si mescolano e si rincorrono piacevolmente passando dal rock più sanguigno alla ballata che ti lascia respirare, dal rhytm and blues al jazz. Il disco può vantare una bellissima versione di Monna Lisa d'Ivan Graziani in chiave "psichopop" conservando un grande rispetto per la versione originale.
Alcuni brani appartengono alla produzione delle Custodie Cautelari e la presenza di Ettore Diliberto è una firma che si fa sentire un po' ovunque. Tutto da Capo e Non volere volare più invecchiano benissimo e sono perfette per quest'album. Due versioni e La Stanza dei ricordi mi lascia ancora indeciso su quella che preferisco, anche se forse quella più acustica... ma tra cinque minuti potrei dire il contrario.
I testi sono all'altezza della situazione, mai banali o scontati; a tratti diventano intimi, nostalgici e in definitiva adulti e maturi.
Rock d'autore allo stato puro per un disco con chitarre straordinariamente equilibrate e tastiere che sono davvero al posto giusto nel momento più opportuno.


Quasi inverno 
mercoledì, 17 gennaio, 2024, 07:57


Dove saranno mai finite le domande del giovane di uno ieri lontano e chissà se abitano nello stesso luogo in cui riposano le infinite attese di una risposta...
Come cambia il tempo quando lo spazio della memoria si esaurisce un po' alla volta e la linea del futuro non è più così lunga e ben definita.
Questa preghiera che ancora conosco poco si concede alla semplicità delle parole e amplifica il numero dei silenzi.
E non è più così importante se dall'alto mi rispondi, perché mi basta sapere che stai ascoltando i miei giorni.
La fede impugna un rosario e si perde nel mistero, tocca con mano la decina scorre e più volte la stanchezza porta il pensiero altrove. Non ha importanza se la volontà ci riconduce al desiderio di essere presenti.
Ogni cosa ha una sua stagione e s'illumina se accetti la vita là dove ti trovi e non ti smarrisci in ciò che è andato, simulando e scimmiottando l'altrui giovinezza.
Scoprire e sperimentare la profondità di un’occhiaia o quel piccolo dolore che affligge una parte del tuo corpo è la via che conduce non solo alla vecchiaia, ma anche alla saggezza.


Perfect Days 
martedì, 16 gennaio, 2024, 06:36


C'è uno sguardo che punta dritto al cielo, come il ritornello di una canzone che suona puntuale quando il cielo è ancora buio e una giornata di lavoro non appare come una condanna, ma diventa l'opportunità di guardare le cose di sempre da una prospettiva differente. Un albero da immortalare in una fotografia o un gabinetto da pulire con cura, un panino mentre siedi sulla panchina di un parco o la mano di un bimbo che ti saluta... tutto sembra offrire quiete a un uomo che regala poche parole e si esprime nei suoi silenzi.
La magia di Wim Wenders è cinema allo stato puro, emozione che parla alle corde dell'anima, quiete che ti attraversa dentro e ti regala due ore che respirano senza affanno.
Una colonna sonora riavvolge il nastro dei giorni andati e viaggia analogicamente sulle note degli Animals, Lou Reed, Patti Smith, Velvet Underground, Van Morrison, Otis Redding e Nina Simone.
Piccole finestre di un quotidiano che normalmente sfugge e non andrebbe rincorso, ma semplicemente vissuto.


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