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Come si cambia 
venerdì, 23 febbraio, 2024, 07:52


Si cambia. A volte senza far troppo rumore, con piccoli movimenti del tutto impercettibili nel breve periodo, ma si cambia.
Un'abitudine s'interrompe iniziando a perdere qualche colpo e lentamente si dissolve all'orizzonte.
Da dove viene quella reazione che non hai mai avuto: sarà davvero causata dall'esasperazione di un momento particolarmente negativo o è una realtà che ha origini lontane e si è scavata uno spazio che solo adesso risulta evidente?
C'è un fatto a cui puoi ricondurre quella generosità che si è spenta? Quando, esattamente, hai iniziato a misurare la vita col pallottoliere?
Quell'amicizia che si è raffreddata: eri tu che ti stavi allontanando o era l'altra parte a tracciare il peso di quella distanza?
L'amore che sognavi e pensavi per sempre? Non è così semplice ripercorrere quel sentimento e far memoria di quella trasformazione che ti ha reso estraneo a te stesso. Quel vestito diventato troppo largo o troppo stretto e tu che ripetevi, senza troppa convinzione, di essere sempre lo stesso.
Si cambia e, anche le convinzioni più profonde, le verità di un tempo e la fede di ieri possono scegliere una posizione più comoda e apparentemente tranquilla.
Si cambia e ci vuole una certa consapevolezza di quanto ci accade dentro. Cambiare a volte è perdersi, a volte è farsi più vicino a sé stessi.


Quello che dice la gente 
giovedì, 22 febbraio, 2024, 07:41


La gente dice tutto e non esclude il suo contrario. Parla per sentito dire, perché ne ha letto sui giornali o accodandosi a quella che è ritenuta l'opinione generale.
La gente a volte è interessata seriamente, ma spesso è solo curiosa e desidera sapere per riempire un arco di tempo che si è liberato improvvisamente.
La gente siamo un po' tutti quando siamo un po' tutto e un po' niente, quando scegliere personalmente diventa troppo faticoso e impegnativo, quando essere sé stessi risulta poco conveniente.
Quello che dice la gente è un sentiero già tracciato, un percorso sicuro, una domanda che ha già la sua risposta e formula le proprie convinzioni sul terreno sicuro del largo consenso e di un successo apparente.
E poi, ci sono le volte in cui non può bastare, non è certo sufficiente, quello che di ce la gente. C'è il momento in cui sei costretto ad andare oltre, a trovare una tua risposta realmente personale, a mettere in gioco quello in cui credi veramente.
Quella risposta che è solo tua può diventare esperienza e crescere in quel luogo interiore in cui ci sono poche parole e infiniti silenzi.
Quella risposta chiede ogni giorno di essere riformulata, corretta, messa a confronto col giorno che hai appena vissuto.
Il vero rifugio non è mai in quello che dice la gente, ma nella contemplazione di un volto sofferente che non smette di chiedersi chi è quel Cristo in croce e dove lo puoi incontrare quotidianamente.



Nei panni di Giona 
mercoledì, 21 febbraio, 2024, 07:51


Giona è un profeta anomalo, un essere umano che viene impietosamente descritto in quelli che sono i suoi difetti.
Giona poco misericordioso, pronto a fuggire e a rinunciare alla propria missione.
Giona che non ne vuol sapere di Niniviti che si convertono e di una possibile salvezza per quella terra.
Giona che si nasconde sulla nave mentre impazza la tempesta e sceglie di essere dato in pasto al mare, perché sa di essere la causa di quel tempo malvagio.
Giona che torna sì sui suoi passi e mal sopporta la conversione di quel popolo che fa penitenza e viene perdonato.
Giona che appena sparisce l'ombra agognata arriva a pensare che non valga la spesa di vivere.
Risulta facile identificarsi nella bontà di Dio e giudicare Giona che non vuole assolutamente capire.
Nei panni di Giona dubito che ne uscirei meglio...
Quando la terra diventa veramente ostile è più facile pensare che Dio debba intervenire col diluvio o col fuoco e, pazienza per i Niniviti che in fondo se la sono cercata.
Il desiderio di fuggire, di prendere le distanze da tutto, anche da quel Dio così ostinato nel volerti affidare una parola di conversione che promette il perdono...
Accettare che quella parola sia anche per te e riconoscere che nel momento in cui ti senti migliore, non sei così differente da quel popolo idolatra e infedele.
Nei panni di Giona cerco riparo in una margherita e vedendo come tutto sia incolto e disordinato intorno, attendo di capire se davvero reciderla sia un mio dovere o un mio diritto.


Senza parole 
martedì, 20 febbraio, 2024, 08:04


Padre, madre, moglie, figlio, marito, mamma, papà, figlia, Natale, Pasqua e ne sceglieranno tante altre...
Asterischi e cancelletti, cifre e quanto serve per disinnescare un linguaggio in cui le parole potrebbero esplodere e rivelare un senso.
La persecuzione è in atto e colpire le parole, snaturarle, sopprimerle e umiliarle sembra un atto meritorio, una giusta battaglia da portare avanti per compiacere sua maestà, il nulla.
Le lingue devono perdersi in un calderone magico che annulli ogni differenza e percorso, perché tutto ciò che ci ha preceduto è sempre stato sbagliato.
Quando le parole saranno state vagliate e macinate a dovere la farina scelta potrà dire la sola e unica corretta opinione.
Riscriveremo i libri, cambieremo le scene imbarazzanti del teatro e dell'opera e decideremo anche le parole che a Dio è consentito pronunciare.
E mentre combattiamo i fantasmi della nostra storia potrebbe essere relativamente semplice ignorare il significato di questa guerra alle parole.
Credere che una Parola non ritorni al cielo senza aver compiuto sino in fondo la sua azione è l'incognita che non si aspettano e, sino a quando una parola troverà spazio in una singola coscienza, quel progetto è destinato a fallire.

Nebbia 
lunedì, 19 febbraio, 2024, 08:06


La città che ancora dorme e la nebbia che per qualche ora nasconde le tensioni e i conflitti che altrove sono già guerra e si può fingere che sia nulla, ma non è poi così lontana quell'ostilità che non riusciamo a curare.
Si sceglie una curva qualunque e immediatamente si vuole credere che sia quella della ragione, ma altri scelgono quella opposta e abitano la stessa presunzione.
Gli estremi si stanno allontanando e non è detto che alla fine degli insulti e delle offese, la bestia che ci portiamo dentro, non decida di passare alle maniere forti e di farsi sentire con maggiore convinzione.
Forse, il tempo è ancora opportuno, forse, l'utopia della pace merita maggiore considerazione.
Convertire a una Parola altra i movimenti del cuore...
Restituire al prossimo quello che non ci appartiene...
Far tacere tutti quei giuramenti che di Dio usano solo il nome...
Chiedere e dare pace, ritrovare i margini di un silenzio opportuno e ritrovare una preghiera che non sia solo misera consolazione.


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