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Il dopo festival... 
venerdì, 22 febbraio, 2013, 08:18


Sotto la doccia canticchio "Devo stare molto calmo" di Neffa: è più sanremese dell'intero festival con quel ritornello che, più cantabile di così non potrebbe proprio essere.
Sanremo se ne va in fretta e lascia poco o nulla, come al solito. Si consuma con tale velocità che, verrebbe da chiedersi, se sia davvero il caso d'investire tutti quei soldi in comici, vallettizzette, faziosi e tutto il resto.
Sanremo raggiunge sempre gli ascolti desiderati, anche perché tutto si ferma in quella settimana e nessuno si permette il lusso di provare a fargli concorrenza.
Sanremo e le sue canzoni di presunta qualità, perché Fazio e di sinistra e la sinistra è sempre sinonimo di cultura...
Sanremo e Crozza che mi fa rimpiangere il Bagaglino con la sua propaganda berlusconiana: la sua ossessione per Berlusconi è meglio di qualsiasi spot elettorale.
Sanremo e la sua scenografia che poteva essere quella di "Vieni via con me" o di qualunque altra trasmissione di Fabio Fazio.
Sanremo e la Litti che... meglio a piccole dosi!
Sanremo e il dazio che continua a pagare ai talent...
Sanremo fèstival o festivàl?
Sanremo è sempre sanremo, ma restituitemi Pippo Baudo!
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Potrei non seguirti... 
martedì, 19 febbraio, 2013, 10:01


Potrei non seguirti.
Potrei scegliere di andare altrove.
Non sei ancora stanco di affrontare qualsiasi cosa riducendo sempre più le voci della responsabilità e dell'impegno?
Non sei ancora stanco di vivere una vita perennemente in saldo di fine stagione?
Potrei non seguirti in quelle contorsioni lessicali che per giustificare l'indolenza e l'accidia, chiamano in causa la flessibilità del pensiero che trova sempre una strada per continuare a fare quel che meglio desidera.
Potrei non seguirti in questo ridimensionamento valoriale che salva l'etichetta e butta nel gabinetto il contenuto.
Hai imparato tutte quelle parole con l'unico obiettivo di poter vendere per giusto l'iniquo?
Hai appreso tanta di quella logica per rivestire di ragione l'individualismo e l'egoncentrismo di una società che non esiste mentre parcheggi in doppia fila, ma dovrebbe magicamente comparire quando rivendichi un qualunque servizio...
Hai calcolato tutto con un pallottoliere taroccato e ti lamenti se qualcun altro ha avuto la stessa idea?
La realtà dei fatti dice semplicemente che la vita va avanti solo se qualcuno ha coraggio e fegato per chiudere i propri conti, con quella sconosciuta generosità che paga di persona anche il debito degli altri.

Morire prima di morire... 
martedì, 12 febbraio, 2013, 17:53


Non è un'idea pessima come potrebbe sembrare: morire, prima di morire e rendere giustizia alla vita che passa, riconoscendone quell'ultimo tratto che si avvicina al capolinea.
Morire prima di morire, perché la morte diventi come una persona di famiglia e riveli il suo profilo migliore, quello che ti osserva con tenerezza e affetto.
Morire prima di morire e riconoscere l'attimo in cui si oltrepassa l'ultima porta come un qualsiasi defunto: non la realtà terribile che questa parola sembra evocare, ma quel contenuto che afferma semplicemente la fine delle nostre funzioni su questa terra.
Morire prima di morire e chiudere i conti con la stupidità delle gelosie e delle invidie.
Morire prima di morire e lasciar andare ogni attaccamento morboso con i beni che abbiamo preso a prestito, con il nostro stesso corpo, con la mente che si fa pesante e con lo Spirito che intatto resta.
Morire prima di morire e trovare le parole di perdono che non abbiamo ancora saputo pronunciare.
Morire prima di morire e concedersi la leggerezza di un sogno, le parole di una poesia e la saggezza che è ormai tempo di spendere.
Morire prima di morire e considerare dopo tanti addii, anche l'ipotesi di dover salutare a nostra volta, di scendere dal treno e di insegnare a chi resta l'arte di riconoscere che in Dio, saremo comunque presenti.
Non c'è eroismo nel restare disperatamente ancorati alla vita e non c'è vigliaccheria nel riconoscere il proprio bisogno di prepararsi a dovere per il grande incontro.
Chissà che quanti continuano ad agitarsi per guadagnare un frammento di potere non riescano a capire e che i troppi carrieristi di questo tempo smettano di utilizzare Dio come una delle tante scale mobili di questa terra.
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Il Delio furioso 
lunedì, 11 febbraio, 2013, 09:46


Che fine ha fatto Delio Rossi?
Che fine ha fatto quell'uomo educato dall'aspetto dimesso e timido che si esprimeva con toni pacati e sereni?
Forse lo hanno rapito gli alieni o, forse il calcio dà alla testa anche ai migliori e costringe quel che resta dei propri neuroni a una vita monastica. Perché è difficile capire che cosa sia successo a questo allenatore che un giorno tira cazzotti a uno dei suoi giocatori in panchina e solo ieri, mostra il medio con un ghigno degno del peggior tifoso in curva.
La copertina sportiva del lunedì racconta sempre più storie di errori arbitrali, di polemiche da quattro soldi, di razzismo, di violenza e, sempre meno di imprese che abbiano qualcosa da spartire con lo sport in questione.
Cari alieni restituiteci Delio Rossi e, se proprio volete, portatevi a casa Balotelli o Cassano tanto difficili da sostituire come calciatori quanto facilmente rimpiazzabili umanamente parlando.
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Satori 
venerdì, 8 febbraio, 2013, 11:30


Non potrei essere che qui
proprio in questo istante
in cui tutto è presente.
Il cielo è blu ore 11.34
e io ci sono, così vigile
nell'adesso senza tempo.
Ogni cosa è al suo posto
i pensieri tacciono ora
non c'è rumore di fondo.
La libertà mi appartiene
ogni volo mi è concesso
ogni volto è me stesso.
L'olio non può mancare
finché resto attento
vibro del mio pulsare.
Non potrei essere che qui
semplicemente consapevole
del regno che mi abita.


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