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L'amore è di chi ascolta 
giovedì, 12 marzo, 2015, 17:35


Tutti possono sentire, ma l'amore ha inizio solo in chi decide di ascoltare.
L'amore è di chi ascolta e prende coscienza di essere amato senza alcuna condizione.
L'amore è di chi ascolta e trova quiete in quel silenzio che non lascia Dio all'ingresso della propria porta, ma spalanca la propria anima perché possa liberamente entrare.
L'amore è di chi ascolta e trova la forza e il coraggio di fare spazio al proprio fratello, perché quando il cuore è colmo dell'affetto di Dio non può che rispondere con tutta la riconoscenza di cui è capace.

Un dono tra le labbra 
mercoledì, 11 marzo, 2015, 16:54


E' un ladro di parole, un'ombra che sottrae i gesti più elementari della comunicazione, un demone muto che chiude le labbra della vittima...
E quando l'uomo ritrova il dono di una parola, qualcuno attribuisce quel suono all'opera del maligno.
Non lo hanno sentito quel segno che continuano a chiedere?
Non hanno assistito al dono di una Parola che restituisce le parole a chi è condannato al silenzio?
Il bene andrebbe riconosciuto e accolto mettendo da parte quella diffidenza che non solo evita di ringraziare, ma suggerisce sfiducia e sospetto.
Il bene, anche oggi, ha bisogno di occhi attenti e di parole che lo sappiano scrivere e raccontare.


Più o meno 
martedì, 10 marzo, 2015, 20:32


Più o meno in regola, con le carte lette abilmente nella direzione della convenienza e la coscienza messa a tacere quando affiora il dubbio che non sia proprio così.
Più o meno in ordine, con un'interpretazione formale della regola e la trasgressione consentita da un abile gioco di prestigio che rende giusto anche quello che giusto non è.
Più o meno alla ricerca di uno sconto, di una logica che gioca al ribasso ed evita accuratamente di rimettersi in questione.
Più o meno lontani dal cuore che suggerisce di andare oltre per dare compimento alla bontà delle nostre azioni.
Più o meno, se ci penso bene, manca sempre qualcosa perché il mio senso di giustizia non sia solo apparente.
Più o meno quel Vangelo che non impoverisce la legge, ma la illumina di un senso più profondo capace di dare compimento e calore alla freddezza di una norma ridotta a lettera morta.

La misura che non c'è 
lunedì, 9 marzo, 2015, 16:38


Se conservo gli appunti che evidenziano le offese subite e ho deciso che oltre non si può proprio andare, la vita continuerà a starmi stretta e il desiderio di pareggiare i conti non sarà mai sazio sino a quando non scaglierò la pietra che comunque tengo in mano.
L'incognita del perdono, quando è reale, ha lasciato andare il passato e ogni rancore per fare spazio alla novità del presente.
L'incognita della riconciliazione, quando è autentica, smette di guardarsi le spalle e osserva quel che ha davanti.
Il perdono è una misura incalcolabile, una cifra che sfugge perché si fonda sulla consapevolezza di un Dio che non considera il numero dei nostri errori, ma continua a voltare pagina restando in paziente attesa che i nostri scarabocchi diventino disegni armoniosi.
E quando sai che la risposta sarà ancora e sempre un gesto di perdono, settanta volte sette, ti sembrerà comunque poca cosa.

Lontani da casa 
domenica, 8 marzo, 2015, 17:16


Quando si è lontani da casa si è più disponibili.
Le persone non sono ancora prigioniere delle nostre categorie mentali, i luoghi vanno studiati con attenzione e le parole si pronunciano con maggiore cautela.
Quando si è lontani da casa tutto è degno di nota e il desiderio di scoprire muove la volontà nella direzione del possibile incontro.
Quando si è lontani da casa, l'esigenza di capire suggerisce un ascolto più profondo e uno sguardo più libero.
Una voce meno conosciuta pronuncia le stesse parole di un familiare, ma provoca un effetto differente e le cose che dice appaiono del tutto nuove.
Quando si è lontani da casa, ma anche quando una maggiore umiltà allontana il cuore dall'abitudine e dalla ripetitività.
Non è necessario essere neofiti per ascoltare il messaggio di Gesù con lo stupore e la meraviglia di chi si è appena avvicinato al Vangelo.
Non è necessario appartenere a una religione differente per mettere da parte quella fastidiosa saccenteria da primi della classe con la mano sempre alzata.
Perché anche oggi, far parte della comunità ecclesiale, aver ricevuto i Sacramenti e continuare a frequentare l'Eucaristia non deve distoglierci dalla volontà di continuare a crescere e di attualizzare la Parola di Dio.




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