venerdì, 8 dicembre, 2023, 07:45
Penso e medito nelle situazioni apparentemente poco favorevoli: mentre vado a fare la spesa o quando cucino o in mezzo a una folla che attraverso con un altrove che mi cattura lontano dalle voci e dal frastuono.
Non riesco più a saltare e rimbalzare come un po' di tempo fa.
A volte mi chino per legarmi una scarpa e mi accorgo che i movimenti sono meno sicuri e gli scatti è meglio evitarli.
Alzo lo sguardo al cielo, lo raccolgo in una fotografia e prendo coscienza che sta preannunciando la venuta di un anziano che vorrei evitare. La realtà è che me lo porto già dentro e talvolta si muove fastidiosamente per farmi sentire la sua presenza.
Non mi è di grande aiuto chi continua a raccontarmi la bugia di una giovinezza che più non mi appartiene.
I miei coetanei si sentono chiamare nonno e anche se non ho lasciato figli in giro, l'età è quella in cui è normale sentirsi chiamare così da un bambino.
Il primo ospite di questo avvento è l'inverno che si avvicina e dovrei saggiamente scegliere di farmelo amico.
Apprendere l'arte di riposare, fermare il pensiero in luoghi caldi, cercare la compagnia di Dio in mute attese che apprezzino e ringrazino per il gioco di un respiro più profondo.
Ho fatta una fatica ad accogliermi nel bambino ed è già ora di misurarmi con il peso delle rughe di un vecchio.
Sorrido e tiro fuori un mazzo di carte: per quanto riguarda la visita del cantiere...abbiamo già dato.
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mercoledì, 6 marzo, 2019, 11:33
Non è nel consenso e non è nell'applauso...
Non è nella gloria usa e getta e nella buona opinione che gli altri possono avere di te...
Non è in un ipotetico domani e non è in uno spazio differente da quello che abiti...
La ricompensa di chi digiuna, prega e dona, è nell'autenticità di un cuore che, nel segreto, ha celebrato il proprio appuntamento con Dio.
mercoledì, 30 dicembre, 2015, 10:34
Tu getta i piatti dalla finestra mentre io provo a dipingerli di uno dei tanti sogni che mi porto dentro…
Tu lancia il tuo petardo dal balcone e ti risponderò col silenzio che avvolge la mia notte di domande che interrogano il cielo…
Tu assisti pure all’artificio dei fuochi che mi lasciano indifferente e il mio sguardo si accontenterà del lume di una minuscola candela…
Tu sei libero d’ingozzarti di ogni ben di Dio, di assumere alcool sino a star male, io verserò mezzo bicchiere e lo berrò lentamente mentre sussurrerò il mio grazie…
Tu sarai ancora in piedi alle cinque del mattino e io mi alzerò a quella stessa ora per respirare fresca l’aria di quel primo gennaio al mattino…
Tu consuma pure in una sola notte il tuo desiderio di qualcosa di nuovo, io non chiederò novità al calendario, ma prenderò i giorni uno a uno e chiederò al buon Dio l’entusiasmo di un bambino, la volontà di un adulto e la saggezza di un anziano.
Gli offrirò le mie rughe come un pentagramma sulla fronte e cercherò di riprodurre la musica che abita coscienza e cuore.
giovedì, 9 luglio, 2015, 10:57
Ti ho cercata tra le tante luci che il cielo è solito accendere in queste lunghe ed estenuanti notti afose che rendono più faticoso ogni respiro.
Ti ho cercata lasciando andare quelle lacrime che ho trattenuto nel corso di questo giorno bizzarro e assurdo.
Ti ho cercata nel ricordo di quel sorriso che da sempre ti appartiene e raramente si concedeva qualche pausa.
Ti ho cercata nella decisione e nella grinta con cui mettevi i chierichetti in riga e nell’autorevolezza del musico itinerante che sa sempre quali sono i passi giusti da fare e, conosce la corretta direzione delle proprie note.
Ti ho cercata in quelle estati in cui preferivi restare a casa a cucinare in compagnia della nonna piuttosto che concederti il tempo dei giochi e degli schiamazzi degli altri bambini.
Ti ho cercata perché credo che la vita sia Vita anche quando non ci è più dato di vederla e di riconoscerla con i nostri occhi.
Ti ho cercata perché quando resto in silenzio, quando metto a tacere le voci della confusione e del disordine che mi porto dentro, si fa strada la consapevolezza che nulla è mai perduto per sempre…
L’amore che abbiamo dato e quello che abbiamo ricevuto, tornano sempre a casa.
Un sorriso per te e un abbraccio per i tuoi cari,
Fabio
1 commento
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martedì, 31 marzo, 2015, 16:38
Non è più tempo di perdersi in lunghi labirinti di parole: il triduo Pasquale è alle porte e non ci resta che tentare di viverlo sia in forma individuale sia dal punto di vista comunitario.
Se questo sforzo quotidiano di commentare la Parola del Vangelo fosse servito anche solo a una persona, sarei già contento così.
Ci vediamo giovedì sera!
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