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Risveglio 
venerdì, 8 marzo, 2024, 07:41


Ascolta il risveglio; Il canto delle prime viole, il dischiudersi della veronica e le minute gemme di un pesco che presto sarà in fiore.
Ascolta il risveglio che si fa voce del movimento delle nuvole e diventa specchio di quel che può capitare dentro, quando l'orecchio si tende e pazientemente aspetta il nuovo giorno.
Ascolta quel desiderio di primavera che induce alla pulizia delle troppe scorie accumulate in questo inverno. Il ramo che chiede di esser potato per dare ancora frutto e l'appartamento di una coscienza che implora di essere riordinato...
Ascolta il perdono che mitiga il ricordo delle offese, il futuro che ringrazia per il dono della pioggia e benedice chi non si sottrae alla fatica di stupirsi ancora per tutto ciò che è realmente presente.
Ascolta la pazienza di un Dio che continua a credere alla nostra umanità più di quanto l'uomo non riesca a credere in sé stesso.

Una voce nel silenzio 
giovedì, 7 marzo, 2024, 07:35


Quanto è difficile abbandonare il suono delle tante voci che ascolto nel corso di una qualunque giornata. Le urla del web, l'isteria di molti talk show, la sicurezza delle opinioni che non ammettono repliche, le verità dei consigli degli acquisti, le discussioni sul vento e sulla pioggia, i suggerimenti di un amico, le discussioni tecniche, i temi impegnativi, il dolore o il disagio dall'altro capo del filo, un motivo di gioia che squilla come un campanello...
Lasciar andare le registrazioni impresse nella mente e provare a fare una cernita di quanto è risultato davvero utile.
Portare in un luogo più interiore le voci che riconducono al silenzio e a una profondità degna di essere sperimetata e vissuta.
Attendere pazientemente che tutto finalmente taccia e prestare orecchio alla voce che mette ogni cosa al suo posto e libera spazi di coscienza che diventano una via da percorrere, un itinerario da scegliere o una strada da ritrovare.

Non uno di meno 
mercoledì, 6 marzo, 2024, 07:13


Non passerà uno iota, non si perderà una sola lettera della legge e chi va cercando l'occasione per eludere la norma e per sentirsi giustificato nel prendere le distanze dal confronto con la Parola sta scegliendo di vivere al minimo della propria condizione.
Mosé non si cancella e non si edulcora per compiacere quell'appetito di modernità che vive un tempo presente come se non avesse una storia, un passato e una tradizione.
Mosé dialoga con il Vangelo e con la Profezia e nell'istante in cui è parte della trasfigurazione del tempo e dello spazio si rivela in quella luce che lo pone accanto al figlio di Dio.
La legge chiede di essere approfondita, liberata da chi la utilizza per controllare i propri sottoposti o per coltivare i propri personali interessi.
La legge va ricongiunta a un cuore che sappia dire giustizia senza negare misericordia.
E rileggere le Dieci Parole con la filigrana del comandamento dell'amore amplia e non riduce la responsabilità di chi desidera osservare e mettere in pratica il loro contenuto.


Due debiti 
martedì, 5 marzo, 2024, 07:45


Si dimentica in fretta quello che si è ricevuto. Nel momento in cui tutto è stato condonato si parte all'attacco per esigere anche l'ultimo centesimo dalle tasche di chi non ha neanche quello.
Si chiama in causa la maschera della giustizia, perché "quel che giusto è giusto", soprattutto quando è l'altro a essere in debito con me.
Si piange e s'implora, si ottiene un condono e si può restare indifferenti quando le lacrime non sono le nostre:
-gli affari sono affari e non c'è compassione che tenga
-se non faccio così non imparerai mai a non approfittare della
mia bontà d'animo
-a me nessuno ha mai regalato niente.
C'è sempre una ragione in più per sminuire la linea del dare e per usare il metro opposto quando si tratta di avere.
E quel debito quotidianamente perdonato, privo della consapevolezza di chi ha ricevuto risulta del tutto inutile per regolare le controversie tra gli uomini.
Continuiamo a ripetere "come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori", ma dovremmo pronunciare quelle parole con più attenzione e maggiore verità.

Guarire è un viaggio 
lunedì, 4 marzo, 2024, 07:34


Guarire è un viaggio, un lungo percorso che attraversa con coraggio l'origine e la causa delle proprie ferite.
L'onestà è una buona medicina per correggere la propria direzione, una bussola che punta il proprio nord interiore e abbandona le facili scuse, la ricerca di attenuanti e la necessità di scaricare su eventi, luoghi e persone altre le motivazioni del proprio malessere.
La misericordia è un farmaco che dà buoni risultati: riconoscere il bisogno di Qualcuno che ci aiuti a non perderci nel labirinto delle colpe e sappia indicare una via differente dal freddo giudizio che non conosce speranza e si avvita su sé stesso senza trovare mai l'uscita.
Il confronto sereno è una terapia da seguire scrupolosamente: abbandonare l'isolamento, cercare uno o più sguardi differenti che sappiano osservare con simpatia il nervo che duole e ci aiuti a discernere il problema reale dalle fissazioni che appesantiscono il nostro itinerario.
Guarire è un viaggio che percorriamo insieme e la cura può dare buoni risultati se ogni tanto prendiamo coscienza che siamo tutti malati e ognuno di noi, di tanto in tanto può essere un toccasana per le infezioni altrui.


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