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Due debiti 
martedì, 5 marzo, 2024, 07:45


Si dimentica in fretta quello che si è ricevuto. Nel momento in cui tutto è stato condonato si parte all'attacco per esigere anche l'ultimo centesimo dalle tasche di chi non ha neanche quello.
Si chiama in causa la maschera della giustizia, perché "quel che giusto è giusto", soprattutto quando è l'altro a essere in debito con me.
Si piange e s'implora, si ottiene un condono e si può restare indifferenti quando le lacrime non sono le nostre:
-gli affari sono affari e non c'è compassione che tenga
-se non faccio così non imparerai mai a non approfittare della
mia bontà d'animo
-a me nessuno ha mai regalato niente.
C'è sempre una ragione in più per sminuire la linea del dare e per usare il metro opposto quando si tratta di avere.
E quel debito quotidianamente perdonato, privo della consapevolezza di chi ha ricevuto risulta del tutto inutile per regolare le controversie tra gli uomini.
Continuiamo a ripetere "come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori", ma dovremmo pronunciare quelle parole con più attenzione e maggiore verità.

Guarire è un viaggio 
lunedì, 4 marzo, 2024, 07:34


Guarire è un viaggio, un lungo percorso che attraversa con coraggio l'origine e la causa delle proprie ferite.
L'onestà è una buona medicina per correggere la propria direzione, una bussola che punta il proprio nord interiore e abbandona le facili scuse, la ricerca di attenuanti e la necessità di scaricare su eventi, luoghi e persone altre le motivazioni del proprio malessere.
La misericordia è un farmaco che dà buoni risultati: riconoscere il bisogno di Qualcuno che ci aiuti a non perderci nel labirinto delle colpe e sappia indicare una via differente dal freddo giudizio che non conosce speranza e si avvita su sé stesso senza trovare mai l'uscita.
Il confronto sereno è una terapia da seguire scrupolosamente: abbandonare l'isolamento, cercare uno o più sguardi differenti che sappiano osservare con simpatia il nervo che duole e ci aiuti a discernere il problema reale dalle fissazioni che appesantiscono il nostro itinerario.
Guarire è un viaggio che percorriamo insieme e la cura può dare buoni risultati se ogni tanto prendiamo coscienza che siamo tutti malati e ognuno di noi, di tanto in tanto può essere un toccasana per le infezioni altrui.

Via dal perdono 
sabato, 2 marzo, 2024, 08:06


Alcuni uomini riescono a odiarsi per decenni, ma alcuni popoli resistono molto più a lungo e se mai ci sarà quiete tra loro, potrai trovarla in un cimitero passeggiando tra le tombe.
Attribuiamo un perdono infinito a Dio, nostro padre, ma le vicende tra gli uomini continuano a raccontare il limite di un abbraccio che tarda a venire.
Siamo abili teorici della riconciliazione, pessimi esecutori quando il pensiero e le parole agiscono nell'opposta direzione.
C'è sempre una questione di orgoglio, una dignità raccolta su un campo di narcisi, una pena indeterminata che dobbiamo far scontare ogni volta che ci sentiamo traditi.
Pensiamo e ripensiamo, giriamo intorno al ricordo delle ferite, ritorniamo al punto di partenza e saliamo ancora sul medesimo percorso di giostra che alimenta la sofferenza, la tensione e il desiderio di rivincita.
Facciamo la raccolta delle bandierine che ci separano e sposiamo una causa che si oppone all'altra senza chiederci mai come si sta dall'altra parte del confine.
Siamo così abili nel trasformare in piccole guerre anche le manifestazioni più pacifiche e consideriamo debole chiunque sia disposto a concedere qualcosa in più pur di mettere fine al conflitto.
La realtà è quel Dio che ci è venuto incontro, ma noi non abbiamo ancora deciso di tornare a casa e fuggiamo il più lontano possibile da qualunque ipotesi di affrontare onestamente e serenamente quel viaggio.
Via dal perdono, anche quando non ne possiamo più, perché è troppo pesante il carico degli irrisolti da mettere nelle nostre valigie.
Via del perdono è un'ipotesi che smette di lamentarsi e sceglie di lasciarsi curare dalle inutili ferite.


Buonanotte ai sognatori 
venerdì, 1 marzo, 2024, 07:58


Buonanotte ai sognatori e alle loro tuniche dalle lunghe maniche, al giro di danza a cui non possono rinunciare e alla loro percezione di una realtà che non si mette in coda per subire il processo di omologazione.
Buonanotte ai loro racconti e alle storie che non temono di essere vissute sino in fondo, alla magia degli attimi che sanno trasfigurare di una luce che li accompagna altrove.
Buonanotte al coraggio di vivere le loro solitudini e al teatro dei silenzi da cui affiorano parole che non rinunciano al dialogo con le coscienze vigili e attente.
Buonanotte a chi li ostacola e senza nenche saperlo li rende più forti, più vivi e più veri.
Buonanotte a quel Dio che non smette di proteggerli, li rassicura nei giorni più tristi e li conferma quando gli eventi sembrano essere opposti e avversi.
Buonanotte ai signori dei sogni che vedono la pace mentre il loro mondo è in guerra, che annusano la primavera negli inverni più rigidi e attendono pazientemente quell'ultima Parola che ribalta le sorti di ha scelto di credere un po' di più.


Si chiama Lazzaro 
giovedì, 29 febbraio, 2024, 07:39


L'inferno è in un nome che non abbiamo saputo pronunciare, in una considerazione smisurata del nostro ego che ha scelto di non distinguere una persona da uno strumento e in una maledizione "fai da te" che ha chiuso gli occhi alla sofferenza di fronte a chi non aveva l'essenziale per poter vivere.
Nella dignità, ripetutamente calpestata, di un essere umano pronto a soddisfare le nostre esigenze, i nostri desideri e le nostre voglie...
Nelle parole che sono diventate solo un comando e un ordine...
Nella separazione che non ha mai voluto comprendere la sua aspirazione alla libertà, alla gioia e alla serenità...
E quel baratro che adesso ci separa da lui, mentre continuiamo a pensare di avere il diritto di esercitare un potere nei suoi confronti è una distanza che non può più essere colmata, un vuoto che solo l'empatia potrebbe riempire.
L'inferno è una possibilità concreta e reale, un luogo di isolamento che può essere abbandonato solo uscendo da noi stessi e riscoprendo in quel servo il volto e l'anima di un fratello.
Domani potrebbe essere tardi e chi è ritornato per scandire a chiare lettere il trionfo della Vita, ci suggerisce di pronunciare quel nome prima che sia davvero tardi.




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