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Quello che non capisco... 
lunedì, 9 luglio, 2012, 10:28


Ci stiamo separando! Da un marito o da una moglie, da un semplice conoscente o da un figlio, da un amico o da una collega di lavoro.
Ci stiamo separando e per un gioco di prestigio della nostra mente, abbandoniamo e ci sentiamo abbandonati.
Ci stiamo separando gli uni dagli altri: da una famiglia o da una forma di convivenza, da un paese o da una città, da un'associazione in cui abbiamo creduto o da società di cui ci sentiamo sempre, meno parte.
Ci stiamo separando dai valori della nostra infanzia, dagli ideali dell'adolescenza e dalle promesse che non abbiamo saputo mantenere.
Ci stiamo separando dalla natura, da un cane lasciato a morire in autostrada e dall'orto che non abbiamo più voglia di curare.
Ci stiamo separando da noi stessi, dallo spirito messo a tacere con oggetti sempre più grandi e dalla mente addormentata di fronte a un reality di quarta serie.
Ci stiamo separando dalle nostre parole che suonano false e vuote, dal pensiero che non accetta più la fatica di essere pensato e sceglie di obbedire al primo impulso, dagli abbracci che abbiamo considerato come troppo impegnativi.
Ci stiamo separando dalle nostre canzoni più belle, dalla penna e dalla carta di una lettera e dalla poesia che la matita non sa più tracciare.
Ci stiamo separando e cerchiamo rifugio tra le pagine di facebook per moltiplicare le ipotesi d'amicizia e rinunciare alla realtà dei rapporti umani.
Quello che non capisco è l'inutile lamento di chi attribuisce al fato le condizioni di una vita che ha scelto deliberatamente di rinunciare al proprio respiro.


Rué 
lunedì, 9 luglio, 2012, 22:14
Facebook - per come la vedo io - è una pattumiera!
E di fatti - per coerenza - cerco per lo più di non usarlo, limitando il suo uso soltanto alla divulgazione di quanto scrivo sul mio sito personale.
Penso che si tratti in realtà di una grande bocca con profumo di rose, che nasconde invece denti da tigre e cuore da serpente.
Ingoia tutti e tutto ciò che incontra, ridicolizzandolo e svenando ogni precedente migliore intenzione.
Forse potrebbe essere considerato una concausa effettiva della separazione a cui alludi tu, Fabio.
Meglio parlare con poche persone di cose serie, che con tanti ascoltatori distratti: disattenti e golosi soltanto di novità attenuate in realtà dalla loro scarsa fantasia.
Preferisco approfondire dove c'è già un piccolo seme, piuttosto che lanciare semi a casaccio sperando che qualcuno si coinvolga; sicuramente queste pagine hanno dato frutti che nessuno può misurare con certezza, ma io non le abbandonerei!
Anzi, le rilancerei alla grande con nuovi spunti di discussione che a volte - me ne rendo conto nel mio piccolo, in quello che scrivo nel mio sito - rimangono "soltanto" come spunti di riflessione e non sembra che molti interagiscano.
Ma non è così, almeno secondo me!
Un pensiero completo, un approfondimento disteso - senza l'acida fretta dei copia e incolla dei social network, che scansa ogni verità - penetrano come una lama nel cuore e nelle membra e i risultati ci saranno sempre anche quando poco visibili.
Si leggono e non si commentano - tante volte - parole importanti: perché lasciano un segno difficile da esprimere in un "condividi" o un "mi piace", o in una fugace risposta.
Si leggono e si ingurgitano, e nasce una necessità di fuga dal veloce per assaporare riflessioni silenziose e più profonde, da coltivare magari da soli davanti ad un monitor spento che si usa da specchio, dopo aver letto e sapientemente spento il computer.
Abbiamo una sola arma per combattere ciò che non ci piace di ciò che ci circonda - a mio avviso - ed è quella di dare un esempio diverso e di continuare anche quando sembra che non dia più frutti, perché appunto...
Sembra!

cioccoSte 
sabato, 21 luglio, 2012, 16:14
La prima volta che ho sentito parlare di Facebook è stato proprio qui, su questo blog, qualche anno fa: Hermione ne parlava come una novità interessante e divertente, utile per ritrovare vecchi compagni di scuola (perchè, poi? Per mera curiosità? E se non volessero essere ritrovati?...)

E' vero che molto spesso (almeno per me!) si leggono qui spunti di riflessione che colpiscono, punzecchiano, lasciano tracce anche profonde; ma poi la mia fretta (le due dita per mano che uso per scrivere su una tastiera poco collaborativa non mi permettono di essere veloce...), la mia pigrizia, la mia incapacità di tradurre velocemente in lettere i miei pensieri, meglio e prima ancora ancora, la mia incapacità di formulare velocemente considerazioni che vadano oltre a un semplice "sono d'accordo" unita a tutti gli altri fattori sopra descritti, mi fanno desistere la maggior parte delle volte. Per fortuna non sono tutti come me e resiste un gruppetto di irriducibili che grazie a Dio si impegna a portare avanti gli spunti di Fabio e a condividere (parola purtroppo abusata su Facebook!!!) i propri punti di vista!

Sono molto diffidente verso questo famoso social network e sento mie le sensazioni che Ruè sa tradure così sapientemente in parole. E qui divago perchè mi torna in mente il bellissimo film di Benigni "La tigre e la neve" in cui, parlando della vocazione del suo personaggio, dice: "...Ci rimasi talmente male che mi dissi: ma ci sarà nel mondo uno che di mestiere trova le parole giuste, che le sa mettere in un modo che quando gli batte il cuore a lui gli fa battere il cuore anche a quell'altro...quel giorno decisi di fare il poeta!". In effetti penso che, Ruè e Fabio, siate dei poeti tutti i giorni, per mestiere, per scelta!
Ma tornando a Facebook, non mi piace e ci vado solo per avere qualche indizio in più sui pensieri di mio figlio e dei suoi amici, visto che sono sempre più fisiologicamente criptici...

Penso che ci siano sempre stati i "separatisti" nel senso del post di Fabio, e che sempre ci saranno. Come ci sono sempre stati e sempre ci saranno i superficiali; e i poeti e coloro che li leggono e si stupiscono di ritrovarsi in parole "messe in un modo" che esprime esattamente emozioni che si credevano inesprimibili.

Ah: anche per me, estate a casa, totalmente. E tra una settimana ricomincio a lavorare... :HOT:

Rué 
giovedì, 26 luglio, 2012, 11:21
Cara CioccoSté, in realtà fin troppo generosa - almeno nei miei confronti - quello che tu non puoi leggere è: quanto siano mirate e calzanti le tue parole, troppo rare - aihme! - proprio perché capaci di infilare in esempi di vita quotidiana: gli spunti di riflessione che qui vengono proposti...
In altre parole hai un dono - forse più femminile - di passare velocemente dalla teoria alla prassi, suggerendo in questo modo una sorta di verifica immediata sul campo circa l'effettiva praticabilità di quello di cui si parla: in pratica a volte aiuti a scoprire che per attuare certi principi, occorre modificarlo quel tanto che basta per renderlo più vivibile.
Pur dispiacendomi di poter disporre dei frutti di questa tua dote di rado - a causa dei tuoi ormai sporadici interventi - dote che invece che ben sarebbe opportuna su pagine dove ci si forma e informa, ci si confronta e alla fine si cresce anche; pur dispiacendomi di questa tua "latitanza" di cui accuso la mancanza ribadisco, mi accorgo però con soddisfazione che quanto affermavo sopra dicendo che: le parole più profonde a volte non vengono commentate ma nutrono comunque più di tante parole superficiali alla facebook (per capirci), quanto affermavo era vero dunque, se c'è chi puntualmente legge e poi per la fretta magari non aggiunge altro.
Sicuramente di te sarebbe più gradito l'intervento, proprio perché reputo un ingrediente necessario per far lievitare gli spunti che qui vengono suggeriti.
Ringrazio dunque nuovamente Don Fabio per questo lavoro, sicuro ancor più di prima, che il vero sovente è invisibile così come il troppo appariscente alla facebook sovente è falso!
Proprio per la sua eccessiva semplicità di copiare frasi e disegni e foto e vignette e incollarli sulla propria bacheca, cose che a volte (e io ho pochi amici su facebook) leggo nella stessa giornata riportate da più persone differenti; proprio perché si crede illimitatamente a quanto si trova in rete e incolla, senza poi aver nessuno strumento per verificare...
Un po' come quando si credeva alla cieca alla tv, affermando "è così, l'hanno detto in tv!"...., oggi questo accade per la rete.
Si cade senza riflettere abbastanza affermazioni che possono essere: vere, lavorate o completamente sbagliate; si crede per la facciata divertente e incoraggiante con cui vengono proposte.
E poi un'altra considerazione è questa: se il veicolo (facebook) pur avendo "centinaia di ruote" ha in realtà un "motore inefficiente" per il percorso che si vuole fare, a nulla serve aggiungere ruote ad una macchina quando bisognerebbe cambiare il motore.
La superficialità di facebook (e non solo facebook) appiattisce tutto, anche le riflessioni serie vengono viste e lette come fretta che si sposta da un vagone all'altro senza mai raggiungere la locomotiva; proprio perché il veicolo superficiale non consente approfondimenti più intensi.
Più interessante è segnalare - magari anche su facebook - un veicolo che si propone viaggi in altre mete con approfondimenti che non sono possibili sul social network; magari anticipandone il titolo, il contenuto: i più volenterosi riusciranno ad allontanarsi da facebook per affondare qaunto anticipato.
Del resto un'agenzia di viaggi cosa fà?
Propone in vetrina i viaggi più interessanti con poche parole e una foto, catturando l'interesse di tutti: ma soltanto i veri intenzionati al viaggio entreranno nel negozio per approfondire e....viaggiare; gli altri - i "curiosi semplici" - svolazzeranno da una vetrina all'altra senza mai entrare in un "negozio" per approfondire.
Suggerire è il massimo che consente facebook, tentare l'oltre finisce per disciogliere le nostre buone intenzioni in un mare di frivolezza!

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