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Una fotografia 
martedì, 15 maggio, 2012, 10:38


Sono sempre più insofferente nei confronti dei cinghiali digitalizzati con macchina fotografica o cellulare da esibire in qualunque occasione.
Un tempo, il costo della carta fotografica, limitava la calata dei barbari che oggi, entrano in una chiesa in occasione di un matrimonio, di un battesino, di una prima comunione o di una cresima, senza un minimo di rispetto per il luogo in cui si trovano e per la comunità riunita in preghiera.
Se vai al cinema, paghi il tuo biglietto e ti accomodi in silenzio sulla tua poltrona: se decidi di riprendere il film o se scatti una fotografia, vai incontro a pesanti sanzioni e, chi non è un delinquente, ci pensa due volte prima di mettersi nei guai.
Se ti trovi a un concerto, senti ripetere più volte che è proibito rubare le immagini dell'evento a meno che tu non sia autorizzato.
Però in una chiesa tutto cambia e ognuno si sente libero di arrampicarsi ovunque, di invadere il presbiterio per immortalare centinaia di ricordi che, a distanza di qualche mese, al limite, occuperanno la memoria della macchina fotografica e nulla di più.
In chiesa il telefono può squillare liberamente ed è lecito rispondere.
In chiesa si può entrare e uscire tutte le volte che ci si annoia o scambiare tutti i commenti del caso come se ci si trovasse al mercato del bestiame.
La domanda che sorge spontanea è una sola: se non credi o se non hai interesse per quel che si celebra, perché non vai a prenderti un aperitivo al bar e aspetti che la celebrazione sia conclusa?

Cometa 
mercoledì, 16 maggio, 2012, 10:41
Sempre poco rispetto.....
Quando ero bambina, le donne quando entravano in chiesa si mettevano un velo in testa....
Come cambiano le cose


:BIA:

ALTRO 
giovedì, 17 maggio, 2012, 09:56
Quando ero piccolo io, non poi così tanto tempo fa, c'era un'altra severità ed un altro rigore, a partire dalla scuola, oltre che in famiglia.

E, soprattutto, era apprezzato e condiviso come valore. Ad esempio, se andavi a casa e dicevi che il maestro/professore ti aveva redarguito perchè chiaccheravi con il compagno di banco, era già tanto che non ti arrivasse una sberla. Come minimo ti prendevi una bella ramanzina.
Ciò confermava nella mia testa di bambino che se anche i miei genitori si arrabbiavano molto, allora il maestro/professore doveva avere ragione, e mi guardavo bene dal ripetere l'errore.
Oggi nello stesso caso i genitori vanno a denunciare il maestro/professore o direttamente a menarlo perchè il loro pargoletto è rimasto turbato dall'essere stato ripreso.

Il primo organismo, la prima istituzione che sta mancando è la famiglia, che non dà più regole ferme di educazione in primis ai figli.

A seguire, poi, di conseguenza, tutte le altre istituzioni.

A mio parere, per quanto riguarda la Chiesa e la Messa, e le altre funzioni religiose, si dovrebbe pretendere un maggior rispetto.

Una volta feci un viaggio in Portogallo: ebbene, in una chiesa non ci volevano lasciar entrare perchè mia moglie aveva i calconcini corti (era agosto e faceva caldo).
Dopo un primo momento di disappunto, concludemmo che avevano ragione, e trovammo la soluzione di far indossare a mia moglie un maglioncino sul giro vita che fosse un po' più lungo dei calzoncini.

In altri posti dove siamo stati, se c'è in corso una funzione religiosa non puoi fare il giro della Chiesa.

Purtroppo il degrado dei costumi è segno del degrado in tutti i settori del nostro Paese.

Solo recuperando nella famiglia il senso del rispetto per gli altri e per le cose pubbliche si può tornare ad essere persone milgiori.

Rué 
venerdì, 18 maggio, 2012, 23:58
IL DENARO!
Ho paura che faccia la differenza Fabio!
Se la gente paga, pensa di partecipare ad un evento degno di rispetto, e allora è più propensa a tacere al cinema che in chiesa.
Sono d'accordo con Altro per ciò che concerne la dissolvenza delle istituzioni: famiglia, scuola, palestre e ambienti sportivi, stato, proprio tutto quanto...
Infatti credo proprio che il grande cambiamento di una società simile, non lo si debba aspettare a partire dalla politica - ma nemmeno da atteggiamenti coercitivi in sede di ambienti educativi - ma dal singolo che finisce con l'influenzare positivamente gli altri mostrando il suo comportamento "differente"; non sembra ma un comportamento serio all'inizio lascia un po'perplessi, ma poi suscita apprezzamenti e infine genera emulazione; l'importante è non aggiungere nulla, nessuna parola al comportamento, si rischia di smontare tutto!
Quando cambieranno tante persone che compongono una società, cambierà la politica, cambieranno tutti gli ambienti pubblici e privati, si assumeranno nuovamente comportamenti e valori stabili e verticali, non orizzontali come quelli odierni, coricati sul facile: sul dio denaro, sul sesso, su ogni comodità.
Ma temo però che se si pretende un atteggiamento serio, si appaga soltanto la forma, ma la sostanza non cambia: ogni cambiamento ottenuto con convincimento personale è duraturo, mentre quelli forzati, attendono sempre al varco lo sfogo della propria inciviltà.
Ciò che si ottiene con la forza è provvisorio, soltanto ciò che si ottiene con l'amore è duraturo!
Certo, non è che nel frattempo si possa attendere lasciando distruggere ogni cosa; ma sono dell'idea che come l'esempio del comportamento, nulla valga altrettanto: quindi l'uso coercitivo ridotto proprio al minimo per limitare i danni, mentre un comportamento esemplare è l'anima di ogni insegnamento.
Ci sono maestri di musica - tornando all'ovile - che insegnano sempre senza l'uso dello strumento: ti dicono cosa e come devi fare, ma sempre a parole o limitando al minimo l'esempio personale: i risultati sono sempre mediocri; mentre chi vive perennemente con lo strumento in mano e presta di continuo la sua esperienza anche nel pratico, si lascia emulare e insegna anche quando tace, anzi soprattutto quando tace!
Ho paura che sia molto più facile imporre una linea di condotta - che poi sovente chi la impone non la mantiene egli stesso - che mostrare col silenzio di un'evidenza, la propria meritata ragione.
Meno professori e più fratelli maggiori, occorrono!
Qualche settimana fà, in chiesa la Domenica, durante l'omelia, appare un gruppo di 6-7 persone con una guida che fanno tranquillamente il giro della chiesa, la guida spiega a bassa voce le bellezze e la storia del monumento (del quale evidentemente non ne conosce nemmeno la ragione del cuore, e le esigenze di comportamento), distraendo buona parte dei presenti dalle parole dell'omelia; qualcun'altro segue con ancora maggiore interesse le parole del sacerdote e - fingendo di non cogliere alcuna interferenza - si mostra rapito completamente dall'approfondimento del Vangelo che si sta svolgendo, con lo sguardo e col viso proteso e il silenzio di cui mostra l'esigenza spirituale.
Finale: la guida ed il gruppo si accorgono dello scollamento macroscopico tra il loro comportamento e quello di qualcun altro che prende parte alla messa; infine si vergognano e si dileguano nel maggior silenzio possibile per delle persone poco rispettose e che conoscono soltanto il silenzio imposto.
Ho paura che tante volte sia anche l'atteggiamento disinteressato e poco partecipe di chi va a messa, ad "incoraggiare" gesti ancora più irrispettosi: nella certezza che tanto se persino chi crede e partecipa alla funzione è così scanzonato,...beh allora si può fare di tutto!
Anche noi cristiani dobbiamo farci un bell'esame di coscienza!
Se quando qualcuno entra durante una funzione religiosa, trovasse un compimento ed un emozione palpabile..., il maleducato di turno si accorgerebbe di esserlo - è come se si usasse l'evidenziatore su una frase; ma se si trova in un posto dove squillano i cellulari, si discute a bassa voce delle corna del vicino, si sbuffa durante le omelie, si recitano le preghiere come le tabelline, si guarda continuamente l'orologio, si fà di tutto tranne che prendere parte alla cena di Cristo...
Il villano si sente a casa sua!


ALTRO 
sabato, 19 maggio, 2012, 10:04
Riporto le ultime parole di Ruè, che saluto, che sono sacrosante:

"Anche noi cristiani dobbiamo farci un bell'esame di coscienza!
Se quando qualcuno entra durante una funzione religiosa, trovasse un compimento ed un emozione palpabile..., il maleducato di turno si accorgerebbe di esserlo - è come se si usasse l'evidenziatore su una frase; ma se si trova in un posto dove squillano i cellulari, si discute a bassa voce delle corna del vicino, si sbuffa durante le omelie, si recitano le preghiere come le tabelline, si guarda continuamente l'orologio, si fà di tutto tranne che prendere parte alla cena di Cristo...
Il villano si sente a casa sua!"


Se quando squilla un cellulare i primi a rimproverare, anche solo con uno sguardo, il responsabile, si diffonderebbe un clima "virtuoso" che scoraggerebbe, alla lunga, i maleducati.

Purtroppo, io per primo, tendiamo ad avere sempre più uno sguardo invece di indulgenza, verso noi stessi per primi in primo luogo, e poi verso gli altri, in un clima sempre più improntato al "Ma chi me lo fa fare! Ci pensi chi di dovere!".

Siamo sempre più - forse in questo "aiutati" un minimo (non cerco scusanti, ma forse ciò che dico è vero) dalla disillusione e dalla delusione di non veder mai triofare la giustizia, di non veder mai risolvere problemi, ma solo dover contare tutti quelli che ci sono, etc. etc. cosa che toglie entusiasmo nel "tener duro" - lontani da tutto, non ci importa veramente più di niente (solo quando ci calpestano un piede, ma forse anche in quel caso stiamo zitti per paura delle ritorsioni).

Ciao!

:BACIO:


ALTRO 
sabato, 19 maggio, 2012, 15:32
Non riesco a darmi pace di come si possa mettere in atto un attentato con tanta determinazione e ferocia ai danni di ragazzini innocenti, come è avvenuto questa mattina a Brindisi.

Non riesco a darmi pace...

merfe 
sabato, 19 maggio, 2012, 23:08
...:ARR::GORILLA::ARR::GORILLA::ARR:

Rué 
domenica, 20 maggio, 2012, 00:07
Chi è in grado di sciogliere giovani vite, in un'azione tanto insensata quanto feroce...
E' poi in grado di dormirci su tranquillo la sera, senza che il rimorso lo abiti...
E' il vicino di casa con l'aria pulita e un diploma in ragioneria, che ha anche lavorato con quell'amico di papà...
E' una persona che si è dimenticata di esserlo, che si è disabitata del tutto e ha disertato i luoghi della coscienza, seppellendoli in anarchici coriandoli, che rubano i colori alla vita per puro divertimento...
E' un essere umano che non sa più essere umano, dunque sfiora la nullità del suo essere con due dita che stringono una sigaretta e la portano alla bocca aspirando fumo in luogo di aria: l'idea che il denaro sia la ricchezza e la vita umana la guerra per accumularla.
Ma la ricchezza non spende, non si vanta e non si proclama dio; la ricchezza muore a 16 anni davanti alla scuola per mostrarci il vuoto che lascia: la morte in luogo della vita.
C'è una medaglia che si chiama vita: il volto del potere terreno e del denaro non sono l'unica faccia di quella medaglia; il lato opposto mostra il vero valore della vita: la difesa di un fiore nascosto tra i rovi!
Una preghiera stasera per Melissa e gli altri ragazzi, e per le loro disperate famiglie.
Grazie Altro, per aver ricordato su queste pagine, anche quella di Melissa!

Commenti 

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