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Le conseguenze dell'amore 
mercoledì, 30 novembre, 2011, 08:25


Ha più colore l'autunno in una foglia
la memoria di un sole ancora caldo
le nervature che si fanno più rigide
piccole aree in cui si spegne la vita.
Ha più silenzio l'albero in inverno
si fa forza e regge il peso della neve
sa bene che la primavera si attende
su questa terra sogna il suo altrove.
Ha più sapore la fatica delle stagioni
l'estate che ricorda il proprio amore
le conseguenze del sogno che si sveglia
e pensa che comunque ogni affetto resta.

Rué 
mercoledì, 30 novembre, 2011, 13:53
Anche qui, bella è dire poco!
Ma sono malato con l'influenza intestinale, e ho passato due notti interamente sveglio, seduto sul dolore...
Appena avrò un poco di forze per commentare, non mi farò mancare!
Per ora vi saluto e vi leggo.

ALTRO 
mercoledì, 30 novembre, 2011, 20:23
TANTI TANTI AUGURI DI BUON COMPLEANNO DON!!!

:COMPL::FEST::COMPL::FEST::COMPL::FEST:

merfe 
giovedì, 1 dicembre, 2011, 09:56
:COMPL: buon compleanno dieffe :COMPL:
:BACIO:

Mino 
giovedì, 1 dicembre, 2011, 21:19
E tanti auguri anche da parte mia.
Cento, mille, diecimila di questi giorni.
:COMPL::COMPL::COMPL::COMPL::COMPL::COMPL::COMPL:

Rué 
sabato, 3 dicembre, 2011, 21:17
CONSAPEVOLEZZA DEL''ESSERE!

In ritardo come sempre nella vita,
AUGURI FABIO!
Ma ho il certificato medico quindi spero di esser scusato.
E' bella la poesia che hai scritta e ha incontrato anche il mio gusto e la mia riflessione.LA
Ha sicuramente più vita la vita, dove e quando c'è meno vita davanti.
E le domande che nascono sono molteplici, anche perchè questo accade non solo ai credenti, ma anche ai meno credenti - di non credenti non ne suppongo nemmeno l'esistenza, semmai esistono i "diversamente credenti" e purtroppo anche i creduloni.
Ma tutti come il vino buono, con il tempo si sviluppano e le tendenze che prima si manifestavano vaghe, ora appaiono schiette tra la legenda delle rughe che si articola lungo un corpo maturo.
Tutti si sentono più vicini alla verità, pure i mafiosi, i politici e le prostitute sanno che quel giorno in cui il corpo ti nega l'assoluto, ti regala lo sviluppo delle tue doti e la messa a fuoco di queste; dove prima arrancavi per piacerti a sufficienza ora splendi con facilità e ti apprezzi per quello che sei e quello che hai.
Il povero sa che non sarà mai più ricco, ma continua ingenuamente a giocare la schedina;
Il ricco sa che non sarà mai più felice ma continua ingenuamente ad accumulare ricchezza;
Il malato immaginario sa che non ha bisogno del medico per guarire, ma continua l'assurdo gioco dell'analisi e della psicoterapia;
Il brutto - frustrato - sa che mai avrà la facilità di conquista dell'altro sesso come i più dotati, ma continua a spendere soldi in creme e ritocchi salva aziende;
L'amante del potere sa che ciò che ha ottenuto di bello nella sua vita passata non ha nulla a che vedere con la sua posizione, ma continua con fermezza la sua scalata;
Il sognatore sa che il sogno lo porterà lontano dove lui non pensava di andare, ma continua lentamente a scivolare nella sua fantasia dominante;
L'arrogante sa che per decidere non occorre forza vera o presunta, ma la coscienza del dubbio, eppure continua a sfidare e a sfigurare;
Quello con i piedi ben piantati per terra sa che dove corrono i piedi, la testa deve migrare verso altri percorsi, ma ostinatamente continua a contare e a misurare tutto con il metro della sicurezza e l'aria gli scappa dalle narici senza più tornare al suo naso;
Questi e tanti altri...
Ma allora chi, cosa, dove il cambiamento tanto decantato, se poi tutti alla fine siamo sempre vittime dei nostri limiti?
La consapevolezza dell'essere!
E le conclusioni che ne derivano: meno spreco di rabbia per delusioni a portata di clic, meno certezze assolute per una vita che si è mostrata comunque mutevole, meno male sulla pelle e qualche solco in più per lasciarlo scorrere via...
Ancora, buon compleanno e buone poesie.

Rué 
sabato, 3 dicembre, 2011, 21:20
LA CONSAPEVOLEZZA DEL''ESSERE!

In ritardo come sempre nella vita,
AUGURI FABIO!
Ma ho il certificato medico quindi spero di esser scusato.
E' bella la poesia che hai scritta e ha incontrato anche il mio gusto e la mia riflessione.
Ha sicuramente più vita la vita, dove e quando c'è meno vita davanti.
E le domande che nascono sono molteplici, anche perchè questo accade non solo ai credenti, ma anche ai meno credenti - di non credenti non ne suppongo nemmeno l'esistenza, semmai esistono i "diversamente credenti" e purtroppo anche i creduloni.
Ma tutti come il vino buono, con il tempo si sviluppano e le tendenze che prima si manifestavano vaghe, ora appaiono schiette tra la legenda delle rughe che si articola lungo un corpo maturo.
Tutti si sentono più vicini alla verità, pure i mafiosi, i politici e le prostitute sanno che quel giorno in cui il corpo ti nega l'assoluto, ti regala lo sviluppo delle tue doti e la messa a fuoco di queste; dove prima arrancavi per piacerti a sufficienza ora splendi con facilità e ti apprezzi per quello che sei e quello che hai.
Il povero sa che non sarà mai più ricco, ma continua ingenuamente a giocare la schedina;
Il ricco sa che non sarà mai più felice ma continua ingenuamente ad accumulare ricchezza;
Il malato immaginario sa che non ha bisogno del medico per guarire, ma continua l'assurdo gioco dell'analisi e della psicoterapia;
Il brutto - frustrato - sa che mai avrà la facilità di conquista dell'altro sesso come i più dotati, ma continua a spendere soldi in creme e ritocchi salva aziende;
L'amante del potere sa che ciò che ha ottenuto di bello nella sua vita passata non ha nulla a che vedere con la sua posizione, ma continua con fermezza la sua scalata;
Il sognatore sa che il sogno lo porterà lontano dove lui non pensava di andare, ma continua lentamente a scivolare nella sua fantasia dominante;
L'arrogante sa che per decidere non occorre forza vera o presunta, ma la coscienza del dubbio, eppure continua a sfidare e a sfigurare;
Quello con i piedi ben piantati per terra sa che dove corrono i piedi, la testa deve migrare verso altri percorsi, ma ostinatamente continua a contare e a misurare tutto con il metro della sicurezza e l'aria gli scappa dalle narici senza più tornare al suo naso;
Questi e tanti altri...
Ma allora chi, cosa, dove il cambiamento tanto decantato, se poi tutti alla fine siamo sempre vittime dei nostri limiti?
La consapevolezza dell'essere!
E le conclusioni che ne derivano: meno spreco di rabbia per delusioni a portata di clic, meno certezze assolute per una vita che si è mostrata comunque mutevole, meno male sulla pelle e qualche solco in più per lasciarlo scorrere via...
Ancora, buon compleanno e buone poesie.


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