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Ieri al parlamento 
giovedì, 27 ottobre, 2011, 09:23


Si può essere parlamentare e non avere rispetto per l'istituzione che si rappresenta.
Si può essere parlamentare con tanto di camicia e giacca, ma del tutto sprovvisti di buona educazione.
Si può essere parlamentare con un vocabolario povero di termini per definire i contenuti, ma incredibilmente ricco di sinonimi volgari per dare corpo e consistenza ai propri insulti.
Si può essere parlamentari agitando in continuazione il dito medio per evitare un qualsiasi confronto ed evitare accuratamente la chiarezza di una risposta.
Si può essere parlamentari e godere di un numero considerevole di privilegi, mai abbastanza, per frequentare più assiduamente il proprio posto di lavoro.
Si può essere parlamentari e chiedere la galera per quattro ragazzini violenti, ma è del tutto lecito che in aula volino le mani per politica passione e tutto il resto.
Si può essere parlamentari e non avere la minima idea che la difesa della moglie del proprio "capo" non sia così prioritaria se paragonata alla situazione in cui versa il proprio paese.
Si può essere parlamentari, anche con precedenti penali, perché chi chiede giustizia è indubbiamente forcaiolo e sta evidentemente dalla parte sbagliata.
Si può essere parlamentari e non avere neanche il ricordo di una lezione di educazione civica.
Si può essere parlamentari e qualcuno riesce ad esserlo attraversando numerosi decenni, traslocando da un partito all'altro per sopravvivere a ogni ideologia, rigorosamente incollati alla propria sedia, nel nome del popolo Italiano.

Rué 
giovedì, 27 ottobre, 2011, 10:16
Si può essere "parlamentari" e scoprire che chi "parla mente", come suggerisce il termine.
Ma la maleducazione e la caduta di stile che attraversa in diagonale ogni settore e ogni attività dell'uomo, comincia prima, molto prima secondo me.
Quando si è sui banchi di scuola e ancora prima in famiglia, sotto la spinta di genitori e insegnanti...
Spero domani - venerdì - di trovare un pò di tempo in serata per approfondire questi 3 temi di grande attualità, dal mio punto di vista: cioè a monte, dal formarsi delle persone e delle personalità.
O dal loro "sformarsi" e poi tentare goffamente di rientrare in abiti civili che la gente chiama giacca e cravatta...

Rué 
venerdì, 28 ottobre, 2011, 22:36
Eccomi!
Mi è parso di accennare ciò che poi ho già affondato altre volte, che la specie resiste, ma l'uomo nò!
E' scappato!
E non sò più dov'è, non sappiamo dov'è...
C'è da stare male a pensare che ci siamo ridotti alla stregua di altri animali, i quali però sono stati concepiti come tali e non certo "ad immagine e somiglianza di Dio".
Tempo fà per la strada, se scorgevi dietro la tua auto un'auto prepotente che "sculettava" a destra e a manca per sorpassarti e poi quando ti passava ti stringeva e insultava pesantemente, ti rendevi immediatamente conto di avere incontrato un delinquente...
Perchè allora era così, erano i delinquenti ad avere atteggiamenti simili, ma oggi no, oggi soprattutto nelle grandi città che per via del lavoro mi tocca PURTROPPO frequentare, soprattutto lì dicevo, è praticamente la norma, solo gli "imbranati" viaggiano tranquilli senza insultare e minacciare nessuno, senza avere una guida tanto nervosa da apparire come una malattia...
Solo quelli che vengono giudicati imbranati, ma che in realtà potrebbero ben figurare al rallye del monferrato, ma per educazione e buone maniere cerca di convivere sulla strada in maniera pacifica.
Ho citato ancora una volta un caso relativo alla guida, forse perchè purtroppo faccio troppi km per portare a casa un onesto guadagno, ma in realtà ogni negozio, ufficio pubblico, banca, o luogo di incontri,....si incendia in un attimo e sovente quella che sembrava una serata tra amici, si trasforma in un dramma con vittime.
Siamo quello che mangiamo, recitava qualcuno, non so, forse è proprio così!
E quello che mangiamo è soltanto violenza, e istruzioni per la sopraffazione che ci provengono da genitori e insegnanti che reputano giusto spiegarci come "farci i fatti nostri" sia la maniera migliore per sopravvivere agli altri (e aggiungerei io: forse anche a sè stessi!).
Coloro che ci danno simili istruzioni sono stimati da noi come: coloro che ci vogliono bene; perchè reputano il nostro bene più urgente del male altrui, più opportuno del bene altrui...
Questa diseducazione è lontana anni luce da quella che fù fino agli anni "60 e anche "70, una cultura vicina all'ambiente religioso - quand'anche lontano dalle "sottane" dei preti - che in realtà portava frutto: dove il 100 dove il 50 e dove il 10, ma portava comunque sempre frutto, proprio perchè su valori umani si fondava e da questi traeva linfa vitale per tramutarsi in atteggiamenti di miglior sopportazione dell'altrui vita, dell'altrui dolore, dell'altrui gioia, dell'altrui "ingombro"....
La linea successiva che escluse l'altro anche solo dai pensieri, cominciò dalla fine degli anni "70 quando si cominciavano a sentire discorsi che scusavano ogni male commesso se questo aveva portato un beneficio a chi l'aveva compiuto, quando si cominciava a vantare l'arroganza come forza e gli arroganti come persone decise, risolute, quando si cominciava a scambiare la vigliaccheria per prudenza, quando si cominciava ad accettare anche un lavoro disonesto perchè pur sempre di lavoro si tratta, quando si cominciava a dire che una prostituta era meglio di una casalinga, quando si cominciava a dire che in fondo chi ha i soldi si compra tutto e tutti e rinunciarvi è solo da fessi, quando si cominciava a intravvedere la carriera del figlio non come miglioria propria e dell'umanità, ma come una banca a cui accedere, quando si iniziava a spronare i figli vesro un titolo di studio ad alto reddito, perchè la cultura non dà mica da mangiare, quando si cominciava a dire ai figli che studiare in conservatorio è da cretini perchè se vuoi vivere di musica è alla tv che devi mirare e non alle sale da concerto e all studio assiduo, quando ci si svaccava nella propria dissolutezza con "fierezza" e menefreghismo convinti che i cretini siano quelli che non vincono, quelli che non sfondano, quelli che non fanno i soldi, quelli che non riescono ad imporsi sugli altri, quelli che non fanno carriera, quelli che non ottengono il rispetto-timore degli altri, quelli che...sono degli sfigati...
In un mondo che propone-impone a sè stesso l'assenza di significato della vita, come si può pretendere che le azioni conseguenti abbiano significato?
La vita non ha un senso?
Le mie azioni non hanno senso.....tranne che il mio tornaconto immediato, esattamente come un qualsiasi animale ne ammazza un altro perchè questo occorre alla sua sopravvivenza.
Mi sei di mezzo? Il pesce più grosso si mangia il più piccolo, stop.
Discutere questo assioma è da pazzi!
Se non si parte dal basso, parlare di politica, di società e di interessi non serve a nulla; occorre cambiare le radici e prima o poi ci troveremo una pianta diversa, altrimenti è inutile aspettarsi che maturino le ciliegie dai rovi, perchè non ne nasceranno mai!
Qualcuno continua a prendermi per matto perchè insisto, ma è l'unica cosa in cui credo, cambiare il mondo si può, almeno un pò, ma oocoore intervenire dalle radici, non basta sfrondare il marcio, ne nascerà dell'altro.
Sempre!

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