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Ridi Pagliaccio 
lunedì, 3 ottobre, 2011, 09:58


Ridi pagliaccio
usa la destra per portar via
e la sinistra per occultare
metti in scena la stessa farsa
fingi la differenza che non c'è
riproponi il vecchio spettacolo
cambia le luci, muta il trucco
quello che prima c'era
adesso più non c'è...
Pagate un nuovo biglietto
controllate la vincita
spendete con moderazione
turisti tutta la vita
appendetevi al numero magico
infilate la magica sestina
ricordatevi l'abbonamento che scade
pagamento facile per lo stadio
tutti i film a casa tua
e cartoni animati ogni ora...
Comprate di tutto e di più
con la tessera del supermercato
e i punti per i piatti
con la carta oro e platino
migliaia di euro immediati
cambiate televisore e lavatrice
non dimenticate il condizionatore
l'asciugatrice e il frullatore.
Buttate via che un posto lo troviamo
a Napoli, Tripoli o Bombay
mangiate merda ben confezionata
con tanto di malattia omaggio
e battete le mani sempre
alle prossime elezioni
al funerale di un mafioso
al vincitore di Amici...
Evitate accuratamente
le pagine di un libro
se proprio amate leggere
scegliete le didascalie
le nuove tariffe telefoniche
le ultime di Paris Hilton...
Ridi pagliaccio
la crisi oggi esiste
domani non più
e tornerai ad acquistare
a spendere ad accumulare
a riversare in una discarica
a timbrare cartellini
a sognare isole in cui sei famoso
a inventarti padano
cittadino della libertà
democratico senza democrazia
libero di non avere futuro
sinistro di mai spiegate libertà
Italiano con valori borseggiati
cristiano quando conviene
buddista se mai ti annoiassi
battezzato, sbattezzato, nullo...
Ridi pagliaccio
che il vuoto non ha limite
e l'oscura materia
è pronta a chippare la tua vita
a ricordarti il tuo debito
a inseguirti, a multarti e pignorarti
a scioglierti nell'acido se sbarelli
se provi a chiederti dov'è la vita
in questo manicomio criminale
che ci ostiniamo a chiamare stato.

Rué 
lunedì, 3 ottobre, 2011, 22:55
OLTRE QUEL CANCELLO!

Più ancora che "stato" in quanto entità pubblica, è preoccupante davvero lo stato in cui molti versano.
E non parlo soltanto delle condizioni - dai più ignorate (per mancata conoscenza) e dagli altri ignorate (per volontà)- in cui si trovano tante persone anche nel bel paese.
Ma soprattutto dello "stato" mentale in cui molti si sono venuti a trovare, abituandosi sempre di più a non ragionare, anzi peggio: a lasciarsi ragionare da altri.
L'importante è consolarsi raccontando che per noi conta solo la sostanza, che non siamo facilmente influenzabili e che la tv la spegniamo prima di accenderla, pensiamo da liberi e spendiamo il giusto.
Poi se a un battesimo tiri fuori Dio, oltre quei 5 minuti di teatrino dei sorrisi, ti guardano con lo stupore di chi non si aspetta: un abito stirato da una tintoria, un'auto riparata da un'officina meccanica, un suonare di molti strumenti all'interno di una scuola di musica,....
No, ci si aspetta sempre il contrario di quello che il luogo rappresenta e suscita,....mi pare ovvio!
Il cretino sei tu che ci credi - non in Dio - ma nella autenticità delle cose, oltre il loro vestito...
Il loro vestito: unica palpabile verità che molti riconoscono!
Dove un cristiano agisse da cristiano - semplicemente da cristiano - mi pare chiaro che ci troveremmo di fronte ad un caso di fanatismo religioso, assolutamente inconciliabile con la prassi autentica della fede, che è molto più prudente del cretino che crede e lavora per una equa distribuzione delle ricchezze; una cosa è la monetina al mutilato fuori dalla chiesa la domenica mattina, un'altra cosa è reputare la propria situazione un privilegio da spartire...
La vera povertà è soltanto quella che ci riconosce piccoli davanti a Dio - come predicava Don Luigi Giussani - e non certo quella materiale della condivisione dei propri privilegi come quella che operava Suor Dorothy Stang.
Difatti il primo era amico dei "grandi" e ricevette grandi onoreficenze, la seconda "soltanto" l'amore degli ultimi...
Va bene cosi!
Fidiamoci, siamo sulla strada giusta, se mai ci cogliesse di intravedere la realtà oltre il cancello, fermiamola e chiamiamo chi sà dove e come recintarla, chi conosce i suoi spazi e ha le chiavi di quel cancello...

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