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Dov'è la vittoria... 
venerdì, 16 settembre, 2011, 11:04


Dov'è la vittoria quando anche chi vince urla di rabbia e non sa sorridere?
Dov'è la vittoria se diventa più importante la sconfitta dell'avversario del proprio trionfo?
Dov'è la vittoria se a impugnarla sono sempre gli arroganti e i violenti?
Dov'è la vittoria se un gioco smette di essere tale e assume dimensioni che escono dai confini del buon gusto e del rispetto degli altri?
Dov'è la vittoria se chi canta sceglie l'insulto e non sa nemmeno più esultare?
Non so proprio da quale parte si trovi la vittoria, ma non è così difficile distinguere gli sconfitti: può sembrare assurdo, ma se ne trovano parecchi anche tra i primi.

ALTRO 
venerdì, 16 settembre, 2011, 16:48
Domenica danno pioggia... :OOH:

dieffe 
venerdì, 16 settembre, 2011, 17:14
E' tanto scontata quanto vera: Piove, governo ladro!:ROSS:

Rué 
venerdì, 16 settembre, 2011, 21:55
Vincere una guerra, porta con sè: soldi, spazi, a volte situazioni che indebitano i vinti a favore dei vincitori e quindi la gloria passa in secondo piano.
Ma l'idea di vincere che è nell'uomo, temo si nasconda sotto un abito estremamente più mimetico: la paura di apparire più piccoli, minori, sottotono, al confronto con gli "altri": può spingere l'uomo a sfidare un altro uomo per dimostrargli la sua superiorità.
Qual'è il vantaggio, dunque?
Molti animali scoraggiano i loro presunti o reali avversari, mostrando livree coloratissime, spargendo il loro odore o mostrandosi minacciosi con versi e gesti tesi ad intimorire l'avversario; nelle società primordiali era normale per gli uomini sfidarsi in "sport" di ogni genere per sottintendere la sottomissione del perdente, e per guadagnare credibilità nei confronti delle donne.
Temo che la voglia di vincere a tutti i costi - l'ho sempre pensato, forse anche questo mi ha tenuto lontano da ogni tifoseria - sia gemella della prepotenza, e presuma una paura reale degli avversari (tutti) che và a riposare soltanto e quando si riesce a vincere, ad abbattere, ad indebolire, a sottomettere: l'avversario.
Naturalmente stò parlando di quella tifoseria paranoica e malata che poi si vede anche negli stadi e dovunque del resto, dove una sfida leale nemmeno conta più, ma soltanto la parola vittoria può appagare, può lenire il dolore di una temuta propria incapacità, può sopportare il peso anche della menzogna e dell'imbroglio.
Dimostrare a sè stessi anche solo di essere diversi da molti, e saper rinunciare a rubare sorrisi, dovrebbe restituire un'eleganza di comportamento e di spirito - questa sì da fare invidia!
E l'invidia che si prova nei confronti di un ipotetico vincitore, può tranquillamente scomparire al cospetto di un comportamento tanto più vincente e lungimirante.
Vincente è chi - quando vince - riesce a dividere con gli altri la propria fortuna e - quando perde - sa incassare e rialzarsi pronto e sereno come prima, senza scalfire la sua "eleganza" nella condanna o nella vendetta, comunque frutto dell'odio.
Perchè chi odia non compete, mai: è solo un traditore!

Mino 
venerdì, 16 settembre, 2011, 23:34
L'urlo della vittoria è sempre un urlo di liberazione.
Liberazione dalla tensione, dallo sforzo e (perchè no?) dalla esorcizzazione della paura di perdere.
Ma ci si dovrebbe fermare e, come nella sana competizione sportiva, avere il rispetto dell'avversario.
E adesso parliamo dei tifosi.
E' una dote rara riconoscere il valore del vincitore e accettare la sconfitta che deriva dalla sua superiorità o da un errore del proprio beniamino o, come al Camp Nou, da una suerte con la C maiuscola (parola dello Zio Fester).
Infatti Messi e compagni si sono presentati sul campo un minuto dopo i rossoneri a partita iniziata per rientrare negli spogliatoi un minuto prima dei tuoi beniamini prima che l'arbitro fischiasse la fine delle ostilità; Cassano era talmente avvilito che ha chiesto ad Allegri un altro pallone per giocare, visto che quello ufficiale era sempre fra i piedi degli avversari.
Ma la goliardica azione dei coraggiosi e temerari tifosi avversi che arrampicandosi tarzanisticamente su un monumento che, se ricordo bene, è chiuso al pubblico hanno rischiato la propria vita per il puro gusto di deridere il contendente ha un po' il sapore del "volo su Vienna" o della "Beffa di Buccari" di Dannunziana memoria: deridere il "nemico" a casa sua.
L'auspicio è che non si vada oltre.
Domani ci sarà la cena propiziatoria; moralmente sarò con voi, ma materialmente sarò a cena davanti ad una enorme bistecca di cavallo cotta sulla brace, innaffiata da un rosso primitivo amabile da 18 gradi.
Tranquillizzatevi; non è il cavallo che lo scorso anno è arrivato secondo...
Buona notte

dieffe 
sabato, 17 settembre, 2011, 08:23
Mino!!!
Sarebbe ora che parlassi un po' di dieta e della tua presenza spirituale seduta al desco di un tozzo di pane raffermo intinto nell'acqua dolce.
:LING:

Rué 
sabato, 17 settembre, 2011, 09:52
Mino, ma il Primitivo da 18 gradi è il liquoroso dolce; ti bevi quello sulla bistecca?
Il rosso da tavola fà 14 gradi!

Mino 
sabato, 17 settembre, 2011, 11:04
Dopo aver perso qualcosa come 20 kili semplicemente evitando le pantagrueliche cene settimanali sostituendole con un po' di formaggio e una mela (oltretutto una mela al giorno toglie il medico di torno), mi posso concedere di tanto in tanto qualche "distrazione" il sabato sera.
Come posso rinunciare ad una stupenda bistecca sapendovi questa sera riuniti intorno ad una tavolata propiziatoria?
Propizierò anche io a distanza, cercando di mandare un po' di fortuna al rione che lo scorso anno si è classificato secondo.
In ogni caso, che si vinca o no, la bistecca sarà buona.
Ruè, il primitivo amabile non è affatto liquoroso; va bevuto a temperatura fresca di cantina (non di frigorifero) e accompagna stupendamente un arrosto alla brace; se quest'anno vengo su in macchina te ne porto una damigiana.
In bocca al lupo al cavallo e al fantino per domani; io seguirò la corsa in televisione, come sempre.
Una buona giornata a tutti.

P.S.: insieme a voi, anche il pane raffermo intinto nell'acqua dolce rende piacevole la compagnia; inoltre, qualche kilo che ho perso l'ho recuperato nei capelli....

dieffe 
sabato, 17 settembre, 2011, 11:31
Sono dimagrito, ma i capelli non ricrescono!

Rué 
sabato, 17 settembre, 2011, 13:11
Anche solo una bottiglia, sarà sempre ben gradita!
Magari ti porterò in cambio una buona Barbera Superiore La Court o i Tre Vescovi, per lasciarti con un buon gusto di Piemonte in bocca.



Commenti 

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