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Vuoti a perdere 
giovedì, 28 aprile, 2011, 10:05


Inizio a credere seriamente all'esistenza dei Rettiliani, una razza non propriamente umana che ha come finalità l'estinzione di ogni essere vivente.
Sangue freddo mescolato a cocaina e, tra una "pippata" e l'altra, decisioni planetarie, quotazioni in borsa, crescite, riprese, nuovo ordine mondiale, chip per tutti, cereali transgenici e deforestazione, centrali nucleari di ventesima degenerazione e corbellerie d'ogni specie e genere che si accatastano o sotterrano da qualche parte nel mondo.
Uomini di potere che considerano le nostre vite come vuoti a perdere che hanno l'unico scopo di acquistare e di consumare senza dare il minimo senso allo scorrere dei giorni della storia umana.
Le catastrofi sono "umanitarie", i terremoti una benedizione di un dio minore, mentre le falde acquifere si arricchiscono di uranio impoverito e con una buona campagna pubblicitaria è possibile far credere qualsiasi cosa oggi e domani il suo contrario.
Le parole non hanno più significato, sono note musicali che creano un tappeto sonoro in cui l'intonazione della voce è più importante di un qualunque messaggio.
Se fossimo "alla frutta", avremmo ancora qualcosa da mangiare, ma siamo oltre e non riusciamo a capire che un pomodoro vale più più di una banconota e una zucca potrebbe diventare più preziosa della zecca.
Quel che resta dell'homo sapiens è un idiota con quattro master che osserva a giorni alterni le curve della borsa e quelle di una donna in carriera presa in prestito da un qualunque viale alberato.
Nell'arco di un pugno di decadi abbiamo trasformato una buona parte del giardino che ci è stato affidato in un immenso cesso pubblico.
Se i posteri avranno l'opportunità di scrivere ancora un po' di storia, non sarà così carino leggere quel che avranno pensato di noi e di quel virus che ha trasformato l'essere umano in una bestia fratricida che contamina, uccide, inquina e sperpera, dunque esiste.

Mino 
giovedì, 28 aprile, 2011, 20:32
E te ne accorgi solo adesso?
E' da una vita che la mia indole anarchica che voi conoscete da poco ma che mi ha accompagnato in questi ultimi anni lotta contro i mulini a vento della politica (destra, sinistra o centro), contro il consumismo assurdo, contro l'indebitamento generale, contro l'inquinamento; praticamente contro tutto.
Ma non come i comunisti, capaci solo di criticare quello che non va bene (per loro) senza porre alternative.
Non come i Moratti, gli Agnelli e tanti altri pronti a saltare sul carro del vincitore di turno senza neanche sapere a quale schieramento appartiene, come il vecchietto meridionale del rione San Rocco che festeggiava la vittoria del suo rione nel Palio di molti anni fa senza sapere che cosa fosse il Palio.
Ma cosa importa! l'importante è festeggiare.
E' da sempre che il popolo viene governato con feste, pane e patibolo.
Popolo bue, festeggia, accontentati di quel poco che hai sulla tavola perchè se ti ribelli c'è il patibolo.
Il problema sarà nel momento in cui sulle nostre tavole non ci sarà nemmeno il pezzo di pane duro.
Sarà allora che il popolo se ne fregherà delle feste e riuscirà anche a sfidare il patibolo.
Manca poco; la rivoluzione è vicina.

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