lunedì, 11 aprile, 2011, 12:30
Io qui nei miei passi
io altrove in un volo,
io senza un pronome
non mi perdo più
sono nell'essere
sono in quel che resta
e sono nel divenire.
Non credo che la legge di gravità
sia di grande aiuto nell'atto di conoscermi
non più di un caffé su un tappeto di parole.
Non penso che la relatività
sia quel di cui ho bisogno per sapere
non più dei graffiti sulle nuvole.
Ascolto un silenzio
non è mai uguale un silenzio
è come la voce di un uomo
come la sua impronta...
Cerco di vedere oltre ogni immagine
ho regolari appuntamenti con l'invisibile
accendo luci in camere nascoste
considero attentamente il buio.
Indago un corpo al di là del peso
torno a ricordare il viaggio bambino
la vibrazione degli alberi
la paura di quel che non mi hanno spiegato.
E' tutto più semplice
dice una vecchia lettera in un sogno
oggi so bene cosa vuole dire
è tutto più elementare.
lunedì, 11 aprile, 2011, 14:20
Conoscevo Fabrizio da tanti anni anche se non ci siamo mai frequentati. Sapevo fosse una bella persona e venerdì sera ne ho avuto conferma dai tanti volti tristi e dalle belle parole del sacerdote. Ciao Fabrizio e aiuta la tua amica Luciana a superare questa grande prova.
lunedì, 11 aprile, 2011, 16:07
RICORDO DI FABRIZIO
Io non riesco ancora a crederci, che Fabrizio non ci sia più.
Fabrizio aveva un anno più di me, e abbiamo frequentato lo stesso liceo.
Era per me una di quelle persone che, pur senza essere amici nel vero senso del termine, quando le incontri e ci fai due chiacchiere ti riportano in un attimo al te ragazzino, ai tempi della scuola, e la sola condivisione di quell'età e di quei tempi basta da sola a stabilire un rapporto speciale.
Spesso lo vedevo dalle parti della Cattedrale, qualche volta ci siamo incrociati anche in palestra, e scambiavamo sempre qualche battuta, in un clima cordiale e piacevole, perchè aveva un garbo e una gentilezza fuori dal comune.
Sopra tutto mi piaceva il suo sorriso, sempre aperto in quel volto da ragazzino, sensibile e lievemente malinconico, che nascondeva un professionista con la P maiuscola, a gestire incarichi molto importanti e delicati.
Ma non te lo faceva pesare mai, come solo le persone in gamba sanno fare, perchè tutto in lui era lieve, semplice ed elegante.
Anche quel giorno di fine dicembre, quando lo incontrai insieme al fratello, che lo teneva a braccetto, di fronte al mio saluto un po' stupito (sperai in un qualche acciacco temporaneo, ma il presentimento fu terribile) rispose con il suo consueto sorriso, misto ad un leggero imbarazzo, quasi a volersi giustificare.
Oggi, mentre in me è forte il rimpianto per non aver mai avuto la possibilità di stabilire con lui una vera e propria amicizia, voglio ricordarlo con queste parole, immaginandolo di nuovo sorridente, angelo tra gli angeli.