martedì, 5 aprile, 2011, 12:30
Dopo un pensiero c'è un altro pensiero e poi, un altro ancora.
La vita è altrove: è in quella pausa che interrompe il flusso di una mente che afferma ripetutamente se stessa mettendo a tacere lo Spirito.
La vita è la quiete di un attimo che, semplicemente, accetta e accoglie la verità di un respiro consapevole.
Che cosa sono tutti quei pensieri?
Qual è la loro natura?
Perché insistono in modo ossessivo e producono dolore, rabbia, risentimento, paura, delusione?
Un'incomprensione si accentua inutilmente e divide in profondità per il semplice fatto che non siamo capaci di accettare la realtà per quello ch'è stata.
Una scadenza continua a restare tale e più ci ostiniamo in quella preoccupazione, più cresce l'ansia e, talvolta, diventa anche angoscia.
Una vicenda che continua ad andare in scena tra le quinte delle nostre ricostruzioni mentali si arricchisce di inutili interpretazioni, per lo più fuorvianti.
Dopo un pensiero è meglio non aver fretta, è più opportuno considerare la necessità di una sosta per espellere le tossine accumulate e non confondere il racconto che stiamo riproducendo in noi stessi come se fosse la realtà più vera.
E' davvero così fondamentale l'affermazione di noi stessi che passa attraverso la negazione degli altri?
Dopo un pensiero, a volte, smetto di pensare e sto già meglio.
martedì, 5 aprile, 2011, 21:00
Pensieri frutto della mente, se rimangono tali non riusciamo a vedere veramente.
I pensieri devono traslare naturalmente nel cuore perchè in tale luogo dopo la grande emozione e l'amore si può trovare la quiete.
Spazio e tempo si annullano nell'uno e nel tutto.
La quiete e l'armonia ci permea.
Noi diventiamo gli altri e la coscienza si ritrova nell'infinito presente.
Un mazzo di gigli raccolti nel campo accompagnano il nostro ritorno a casa, senza pensieri e con una grande quiete nel cuore.
martedì, 5 aprile, 2011, 23:26
QUANDO "PASSA" IL CAFFE'
Quando un pensiero si concatena ad un altro e quest'ultimo ad una successiva serie progressiva, non alieni da fatti ed azioni ma a volte dislocati in quell'oltre ch'è esercizio umano lasciar "passare" come il caffè dal basso ed innocuo gusto verso l'alto nutrendosi di quell'aroma che incontra nel "passaggio": nasce il pensare...
Che per me è l'assoluto a cui mai rinuncerei, perchè funziona come una bussola ed evita che mi perda nella testa e nei pensieri di qualcun altro.
Bello incontrarli, ma non perdersi, altrimenti si finisce col bere un caffè così amaro da non riconoscerne il gusto...
Ma di tanto in tanto, tra un pensiero diventato adulto ed un prossimo bambino che vuole crescere crescere crescere..., mi corico sul lato dell'orecchio e mi dedico all'ascolto..., poi un tic mi riporta in posizione "on"...
mercoledì, 6 aprile, 2011, 18:26
La sveglia sul comodino ci riporta alla realtà dopo la notte buia.
Viviamo la giornata con splendore.
mercoledì, 6 aprile, 2011, 22:14
"Dopo un pensiero, a volte, smetto di pensare e sto già meglio."
me lo dovrei ricordare più frequenetemente!
in genere per non stare a rimuginare devo occupare la mente con mille altri pensieri, ascoltare musica e cantare, fare qualcosa...eppure sotto sotto mi rendo conto che cmqe non mi libero del tutto!
purtroppo il genere femminile è più portato per natura a far lavorare la mente, e la fantasia, a creare castelli su castelli, immaginare.
giovedì, 7 aprile, 2011, 13:53
Ha ragione mio marito.... gli uomini forse sono meno sensibili delle donne ma in questa maniera quando un pensiero è esaurito, loro non ci pensano più!!! non come noi che rimuginiamo all'infinito.
Pensiamoci donne, pensiamoci....
giovedì, 7 aprile, 2011, 19:37
Pensiamoci quando è utile e necessario, quando una soluzione ha bisogno di un po' di ragione, ma quando il pensiero peggiora le cose e crea una realtà in cui prevale la diffidenza e il risentimento...allora, c'è più chiarezza in una pausa.