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Pierino e i suoi fratelli 
lunedì, 4 aprile, 2011, 09:20


Il cinepanettone sbanca a Palazzo Grazioli e fa morir dal ridere un gruppo di sindaci che, da buoni Italiani, considerano molto divertenti le barzellette sporche. E' sufficiente pronunciare le parole sedere, pene e vagina, scegliendo accuratamente, uno dei tanti sinonimi volgari a disposizione e, dal bar dello sport al parlamento, sono dolori di pancia a suon di risate.
Se qualcuno prova a dissociarsi e a prendere le distanze dall'ironia che parla al basso ventre, è un moralista, un bacchettone e un bigotto.
Abbandoniamo pure le preoccupazioni per un'istituzione che vive ormai nel mondo delle barzellette, da quelle che portano a Montecitorio il Bagaglino a quelle che fanno sognare L'Aquila, Napoli o Lampedusa quando arriva L'arrotino dell'amore e sale sul predellino dell'interminabile fiera del narciso e del pavone.
Un giorno qualcuno ci ricorderà la nostra assenza di coraggio, l'egoismo che ha permesso alla mediocrità di un uomo di plasmare gradualmente un popolo con l'aiuto delle televisioni pubbliche e private.
Abbiamo creduto a un milione di posti di lavoro, alla riduzione delle tasse, al tocco di bacchetta magica che fa scomparire l'immondizia, alla bontà imprenditoriale che si cura del proprio popolo con spirito di servizio, al presidente operaio, casalingo, peripatetico e in tutti i suoi trasformismi lessicali che, neanche Arturo Brachetti.
Il miracolo Italiano è finalmente tra noi che cantiamo l'Inno di Mameli e legittimiamo l'esistenza di una fantasia chiamata padania.
Il miracolo Italiano è l'esercito dei disoccupati che si allunga e delle imprese che non ripartono.
Il miracolo Italiano è un fisco che continua a mungere la parte più debole di un popolo.
Il miracolo italiano è qui grazie a una sinistra incapace di governare e di presentarsi alla gente comune come alternativa credibile.
Il miracolo Italiano è qui con i D'Alema e i Veltroni che hanno ancora il coraggio di aprire bocca e I Fassino che anzichè scomparire si presentano per la poltrona di sindaco a Torino.
Il miracolo è qui con i Pannella e le Bonino che hanno cambiato traghetto perché dall'altra parte non facevano più numero.
Il miracolo è qui con i Mastella, i Casini e i Fini che si sono turati il naso e hanno sostenuto i deliri d'onnipotenza e gli interessi del neofeudalesimo.
Il miracolo è qui, con la collaborazione di una parte della comunità cristiana che ha scelto di non vedere l'evidenza e ha barattato il Vangelo con un nuovo decoder.
Pierino sarà anche colpevole, ma chiunque continua a ridere è qualcosa di più di un complice.

roby 
lunedì, 4 aprile, 2011, 13:02
C'è poco da ridere, anzi c'è molto per piangere e per molto tempo.
Non occorre vedere con il terzo occhio o con l'anima.
E' sufficiente fermarsi un'istante e anche senza occhiali, a meno
che non siano da sole per l'improvvisa eclisse che ci ha folgorato il cervello, vedere che questo speccalo dei politici (TUTTI COMPRESI) offende il termine politica, noi tutti nei vari gradi di cultura e professione, pertaltro a prescindere dall'eta e da dove abitiamo.
Neanchè un Pierino di turno può piu' ridere a siffatto teatrino; sì dico teatrino poichè non so piu' se definirla farsa, tragedia o commedia buffa.
Peccato che alla fine dello spettacolo dopo aver pagato caro il prezzo del biglietto resti solo l'amarezza nel cuore e la rabbia nella mente.
Lo spettacole è terminato, è giunta l'ora che la coscienza si risvegli....... se c'è rimasta ancora.

Rué 
lunedì, 4 aprile, 2011, 23:55
E di più!
Il miracolo italiano è tutto questo, più la mediocrità delle teste che fanno capolino dall'alto dei loro sporchi affari, fieri per essere pieni di impegni positivi che portano fortuna a chi ancora ha voglia di lavorare....
Altro che i napoletani!
Si tratta di un presidente del consiglio, non di un compagno di merende, di un presidente del consiglio di uno stato, non di una regione, e si prende la libertà di denigrare apertamente con battute da medie inferiori - alle quali Berlusconi ci ha riabituato facendoci tutti ringiovanire come lui - la popolazione di una regione che si dovrebbe sentire offesa da chi pretende di governare e non ha nessun senso dello stato, da chi dovrebbe riconoscere la serietà delle persone dal loro comportamento, non dalla regione di provenienza...
Del resto una popolazione che non si indigna per chi insulta una parlamentare per la sua natura disabile, è anch'essa più che complice!
E riflettere che queste teste sarrebero quelle a cui "abbiamo" dato l'incarico di governare e legiferare..., sarebbero quelle da cui pretendiamo che si risolvano le iniquità e che rappresentino il senso di giustizia nelle aule di tribunale e nell'espressione democratica di leggi che proteggano il cittadino italiano da un cattivo uso del potere..., sarebbero quelle teste che dovrebbero far crescere l'Italia da un punto di vista non solo economico, ma civico, di progresso scientifico e di espressioni artistiche atte e capaci di spingere un popolo lassù dove il suo pensiero è capace di svettare...!
Ci troviamo di fronte ad una società che "si attacca ai cavi della corrente per prendere forza" visto che di suo non è capace nemmeno più di riflettere, e quando dico riflettere intendo proprio nel senso di specchiarsi nelle proprie idee e pretendere rispetto per le persone che abitano un palazzo che non è soltanto del padrone di chi presta quella corrente, ma di tutti coloro che sono capaci di creare energia senza ricorrere a quei cavi, e di usarla per illuminare - non per comandare e sottomettere!

Altro 
mercoledì, 6 aprile, 2011, 18:16
Non si riesce piu' a capire tale classe di politici che non lo sono piu'.

Commenti 

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