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Chiamami ancora Sanremo 
lunedì, 21 febbraio, 2011, 09:35


Chiamami ancora Sanremo e, se fossi Vecchioni, mi chiederei come sia possibile trionfare sullo stesso palco che due anni fa ha premiato Carta Marco e, l'anno scorso, Scanu Valerio: che il gap tra la canzone d'autore e gli "amichetti" di Maria De Filippi sia ormai del tutto inesistente?
Chiamati ancora Morandi e sarà un nome popolare e un cantante simpatico, ma sul palco dell'Ariston, vestito come per il giorno della cresima, è nudo in quello sforzo di condurre che risulterebbe inadeguato anche alla fiera del salsicciotto austriaco.
Chiamali pure, Luca e Paolo: simpatici e divertenti, ma con la sordina che attutisce il peso delle loro affermazioni e uno sforzo bipartisan tanto politically correct, quanto capace di nascondere e confondere quel che realmente pensano e sentono.
Chiama anche Benigni(chissà quanto costa uno spot pubblicitario prima del suo ingresso in scena); sarò un cuore arido, ma sentirgli cantare l'inno di Mameli non mi commuove affatto e, rido un po' acido di questa ipocrisia tutta Italiana.
Chiamate e richiamate per Mazzi e Mazza che stanno all'innovazione come il Mulino Bianco al genuino.
Se penso alla cifra del canone Rai e ai compensi milionari di questa gente che abbassa di anno in anno il livello di quel che chiamiamo spettacolo, inizio a chiamare con la dizione della Oxa e l'ottava di Albano per dare disdetta.

Cometa 
lunedì, 21 febbraio, 2011, 10:17
A me invece il festival è piaciuto, e l'ho guardato dopo almeno 10 anni di latitanza perchè a condurlo era Morandi che reputo una persona a modo. Mi sono piaciuti Luca e Paolo e mi è piaciuto il fatto che abbiamo dato meno importanza alle due bellezze...
L'ho trovato pieno di gaffe ma per questo molto terra terra e mi sono piaciute quasi tutte le canzoni, nonostante non siano il mio genere, di buon livello, con le dovute eccezzioni ovviamente.
Sui compensi ci sarebbe sempre molto da dire ma mi irritano di più quelli elargiti ai vip stranieri che non cercano neppure di sembrare interessati o simpatici.
Sul canone avrei molto da ridire, non fosse altro che da uno dei miei due televisori la Rai è impossibile vederla.... a quel punto mi viene voglia di non pagarlo!

Comunque molto meglio il festival che la maggior parte dei programmi che ogni giorno ci propinano...

Buona Settimana a Tutti

:BACIO:



ALTRO 
lunedì, 21 febbraio, 2011, 17:23
Me lo sono visto tutto, dalla prima all'ultima serata.

Ed erano anni che non lo guardavo più, se non a sprazzi.

L'ultimo Sanremo veramente bello che mi ricordavo prima di questo era quello del 1996 con Bongiorno e Chiambretti, e la Terra dei cachi di Elio e le storie tese.

L'ho trovato simpatico, soprattutto nella persona di Morandi, che ho trovato molto genuino e schietto, ed ha avuto il pregio di far sembrare tutto semplice e non troppo importante.

Le canzoni, poi, molto belle, almeno la metà: mi sono piaciuti il vincitore dei giovani, poi Albano, Vecchioni, Battiato, e tanti altri.

Veramente piacevole: cinque serate che mi hanno divertito e rilassato come non succedeva da tempo.

In sintesi il mio voto, dovendo darne uno, al Festival di quest'anno è un bel 9.

:UP:


Rué 
lunedì, 21 febbraio, 2011, 22:25
DA ORANTI A MERCANTI!

Meno male che da un pò di tempo si è presa l'abitudine di chiamarlo "festival di Sanremo" senza aggiungere "della canzone italiana".
Cosa che per altro potrebbe benissimo essere assente al festival, senza che nessuno se ne accorga; il festival è tutto: moda, pubblicità, trampolino di lancio per veline, ospiti d'onore, sfarzo, tecnologia, ecc....., tranne che festival della canzone.
Come una macchina nuova la si guarda da tutti i lati, interni esterni, cruscotto, tecnologia,....ma non la si prova mai; così è con il festival: si aspetta sempre l'arrivo della Canzone e tutti gli anni ci frega un pò di più perchè arriva qualcuno che pensavamo più serio degli altri, e invece scopriamo che è soltanto un cantante che ha battuto un'altra strada perchè gli era più consona, ma per fare la stessa cosa degli altri: i soldi!
E' ovvio che il divario tra canzone d'autore e canzonetta si è assottigliato, perchè i tempi lo richiedono!
In altri tempi Guccini poteva vendere con "Il vecchio e il bambino" e vendeva, oggi si riderebbe un pò della sua goffaggine e si aggiorna (come può) alla nuova richiesta; Vecchioni non è mai stato "serio", ha scritto anche delle belle canzoni come "Figlia" "Signor Giudice" "Samarcanda" "Companeros" e altre, belle nella musica e nei testi; non certo questa che è una sorta di piacioneria alla Cutugno con "L'Italiano vero", e musicalmente è tra le più aride ballate e le meno ispirate melodie.
Se avessi vinto il festival di Sanremo non mi sentirei appagato come musicista e non mi sentirei appagato come autore di testi, ma sentirei più vicina la possibilità di allargare il portafoglio; credo che questo senta ora Vecchioni e questo abbia cercato!
4 palle che accontentano un pò tutti con l'operaio senza lavoro, il poeta senza futuro, lo studente senza cultura e la rivolta senza piazza: tutto condito da una buona dose di leggerezza travestita da impegno per venire incontro un pò alle frustrazioni di tutti e non deludere nessuno.
Nauseante!
Maleodorante!
Oleoso e strisciante!
La canzone italiana è quella che fanno gli italiani quando non sperano di essere pagati per questo, quando trasformano un'emozione, un'esigenza, una fetta di sè stessi: in note e parole che lasciano su un registratore casalingo o su un foglio d'appunti tra vari impegni e numeri di telefono....
La canzone italiana è il trionfo della spiritualità che gli italiani non riescono ad evadere, e che si slancia oltre i limiti imposti dal mondo del lavoro e del commercio, si staglia come un'ombra nitida sulla retroilluminata faccia della luna che sempre ci spoglia e sempre ci interroga e sempre ci allontana dalla realtà tutta umana di trovare un portafoglio per ogni azione che compiamo!
La canzone italiana la troviamo in casa di tanti miei allievi, di tanti padri di famiglia che hanno l'esigenza di rileggersi e di riascoltarsi per sentirsi vivi, di tante donne e ragazze che lasciano tracce del loro Amore su pianoforti e arpe e chitarre di legno che sanguinano dolore e accordo perfetto - altro che storielle da eterni quindicenni - , la troviamo negli scantinati abusivi degli extracomunitari che senza carta e senza penna e senza strumenti a volte, prestano la loro voce alla vita e all'amore che non si vende, che non si compra, che non si spreca in commercio!
La musica e anche la forma canzone, nascono come espressione prima ancora che comunicazione: del proprio io, del proprio noi; nascono in funzione del rito religioso e festivo e funebre e di inizio e fine di ogni attività in cui l'uomo chiede a sè stesso e a Dio la forza per fare del suo meglio, per sopravvivere alla guerra e ai soprusi, per cantare il dolore a cui noi o altri siamo o sono stati sottoposti per tenere alta la testa, ecc......
La musica è preghiera!
Beethoven ce l'ha ricordato e l'ha vissuto!
Questo ultimo secolo e mezzo ha traformato gli ORANTI IN MERCANTI!
Un popolo che prega in un popolo che vende e produce per vendere; l'arte non la si può produrre, soltanto esporre!
Le migliori canzoni non andranno mai a Sanremo, semplicemente perchè non cercano luce, sono: Luce!


Mino 
martedì, 22 febbraio, 2011, 00:08
Ruè ha tradotto in lingua italiana ciò che io avrei detto in forma scurrile e volgare, magari utilizzando anche epiteti più o meno scandalosi che non si prestano a questo blog.
A lui va, oltre la mia gratitudine, il mio applauso sincero,
Forse non ci troveremo d'accordo in politica, ma vedo che nel campo musicale/artistico la pensiamo allo stesso modo.
E sono d'accordo anche sullo scandalo dei compensi milionari, che offendono l'operaio in cassa integrazione e chi, anche lavorando come un negro, fa fatica ad arrivare a fine mese.
Come ho già detto, in queste serate sanremesi ho preferito rilassare la mente in più salutari partite a scacchi, riuscendo a battere il computer al V livello sia coi bianchi che con i neri.
L'unica nota che vale la pena di commentare è la prima intervista al Vecchioni vincitore, che ha dedicato la sua vittoria a tutte le sue canzoni che non hanno avuto il successo che meritavano.
Sono d'accordo anche con lui.
Buona notte.

dieffe 
martedì, 22 febbraio, 2011, 08:28
Non dimentichiamo il mondo delle scommesse: dopo due anni di vincitori di Amici, pagare Emma vincente sarebbe stato un mezzo tracollo.
Vecchioni preferisco ricordarlo quando raccontava di un certo Velasquez e ignorava completamente l'Ariston.
Capisco che l'età, la paura di essere dimenticati, la proposta di Morandi che riaccende le Luci a S. Siro siano una tentazione non indifferente: non lo giudico e non lo biasimo, ma la poesia di un tempo ormai è tramontata.

ALTRO 
martedì, 22 febbraio, 2011, 11:09
Non dimentichiamo che il festival di Sanremo è un'occasione di svago senza alcuna pretesa di cultura superiore o chissà cos'altro.

Se incominciamo a parlare di compensi, di etc. etc. va a finire che non ve veniamo più fuori: per lo stesso motivo nessuno dovrebbe andare allo stadio, visti i compensi che prendono 22 persone che hanno la fortuna di avere i piedi buoni (spesso chi ha la fortuna di avere il cervello buono deve faticare per arrivare alla fine del mese...).

Per una volta ho deciso di fregarmene e godermi lo spettacolo.

A me ha dato sensazioni che da una vita non dava più: sensazioni di evento allegro e festoso, di evasione e spensieratezza, sensazioni che le canzonette sono fatte per dare.

In questo senso è stato un successo.

dieffe 
martedì, 22 febbraio, 2011, 11:30
Sinceramente non riesco a svagarmi in questo modo e di conseguenza non apprezzo questo genere di spettacoli. Però il canone lo pago e non chiedo alla Rai "svago", ma cultura e informazione...:FIS:

ALTRO 
martedì, 22 febbraio, 2011, 11:44
Beh, nella vita anche un po' di svago fa bene.

E tra i tanti programmi cretini di oggi, il Festival mi è sembrato un prodotto apprezzabile.

:BACIO:



Rué 
mercoledì, 23 febbraio, 2011, 00:38
Il pensiero del pallone però...
Quei calciatori che sono strapagati sono davvero i migliori che si trovano sulla piazza, quei cantanti e quei musicisti no!
E questa è una prima differenza, non certo trascurabile!
Nessuno vuol vestire di cultura o d'arte il festival che è solo svago....
Purtroppo però non è vero!
Infatti si parla di "il meglio della musica italiana", lasciando addirittura in disparte la specifica della forma canzone; c'è una falsità di fondo nel festival ed è presto detta: si parte dal presupposto che chiunque può partecipare e i migliori saranno premiati, dunque le vincitrici saranno le migliori canzoni....ed è falso perchè è la stessa ragione del concorso di miss Italia, dove si parte dal presupposto che tutte possono partecipare, parteciperanno le più belle e chi vince sarà la migliore...
Non si tiene minimamente conto che chi ha bellezza da vendere e cervello a sufficienza per non condurla al mercato, mai la troverai tra le concorrenti di un concorso di bellezza; e la stessa cosa dicasi per le canzoni (perchè dire musica come dicono loro è proprio depistante e ingeneroso nei confronti di chi da sempre ha fatto della sua vita: studio costante a privilegi zero!) delle quali molte delle più belle tacciono a queste arene, perchè avendo bellezza da vendere e di nuovo altrettanto sufficiente cervello per non portarla al mercato, preferiscono vivere nei cuori di chi non paga un biglietto, non compera un disco, la espone e basta!
A volte anche su Youtube: gratis e libera da corsi e concorsi.
Tutti i grandi musicisti del passato sono vissuti grazie al loro ruolo di insegnamento, di tramandare i segreti per godere della musica, e anche quelli che sono stati messi sotto contratto non componevano per aumentare i guadagni, ma per non perdere la fiducia del loro mecenate.
Non cambia qualcosa, ma cambia tutto!
Non si scrive pensando "questa nota vende più di quella in questo assolo", ma seguendo il proprio cuore e il proprio cervello che si trasformano in note e pause..
Come un gas colorato che entra nella carcassa trasparente di una scultura vuota, cava, che è la nostra persona, e la riempie di luce e la rende visibile, non vendibile!
Più ascolto le canzoni di coloro che non ne fanno mercato e più mi rendo conto che sono le più belle, le più autentiche, quelle davvero suggerite da un'esigenza, non quella di apparire o di vendere ma quella di esistere e di amare.
Ovviamente ancora di più per la musica, che questi tempi in cui si ascoltano soltanto canzoni tutte le sante sere su qualche canale, è nel frattempo diventata nell'immaginario della gente: preludio per raccogliere l'attenzione ad una conferenza senza disturbare troppo, colonna sonora di immagini, base per la danza, numero di traccia di un cd, jingle pubblicitario, ecc....
I ragazzi ti chiedono quando gli fai ascoltare un pezzo ovviamente strumentale e non cantato: "come si chiama questa canzone?"
Anche quelli laureati!
La musica dovrebbe essere cultura ed espressione dell'uomo, ma questi tempi hanno visto il prevalere del mercato su tutto e allora giù festival e concorsi e "serate d'onore" e bravibravissimi...
Se si vendono i morti (povero Mike!), figuriamoci le canzonette!
Per Vecchioni anche a me dispiace, era partito meglio, grande Velasquez!
Questa proprio una caduta di stile senza commenti!
Poi se vogliamo dire che il festival è meglio del grande fratello, allora va bene...
Ma per la spensieratezza, non sarebbe meglio un paio di chitarre tra amici e cantarne fino a sgolarsi, lega e non distrugge ciò che l'arte cerca di costruire!

Commenti 

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