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Mettersi in gioco...
Secondo incontro di formazione della Caritas Parrocchiale, una decina i presenti, comprese le new entry che con piacere hanno deciso di “mettersi in gioco”.
Dopo un breve riassunto di quanto fatto e detto nell’incontro precedente, si è partiti con un brainstorming su CARITA’ e CARITAS, ognuno di noi ha detto la sua e alla fine riassumendo quanto è scaturito:
- CARITAS lo strumento che la comunità parrocchiale può darsi per vivere la dimensione della carità. Organismo pastorale della Chiesa.
- CARITA’ la dimensione e il bisogno cristiano che dovrebbe coinvolgere tutti.

Grazie ad un paio di stimoli proposti da Beppe Amico:

“Senza Caritas Parrocchiale, non c’è mai stata carità in Parrocchia?”
“Noi sentiamo l’esigenza della nascita della Caritas in Parrocchia? Perché?”

La discussione si è spostata su come in questi ultimi anni ci sia stato un aumento della consapevolezza dei bisogni e delle necessità delle famiglie e degli anziani, che in maniera esponenziale, stanno crescendo e con loro il numero delle famiglie in difficoltà.
Sono nate delle iniziative da parte di gruppi operanti in parrocchia, oltre a quanto fa già da molti anni la S.Vincenzo che opera seguendo in particolar modo le persone anziane e sole.
Ci sono anche altre iniziative a carattere personale che stanno aiutando persone e famiglie in difficoltà. Ci sarebbe il bisogno di un’organizzazione che potesse gestire il tutto.
A volte manca la conoscenza di cosa fare e come muoversi in determinati casi, a livello comunitario bisogna che la carità diventi un impegno per tutti, ci vuole anche una sorta di comunicazione reale e corretta di quanto si sta facendo in tal senso.

Le povertà sono la bussola dei valori di ogni comunità, perché ti permettono di scoprire le cose che davvero contano, ti danno un giusto riferimento sui valori e sugli stili di vita che ti arricchiscono personalmente e ti permettono di crescere; ed aiutano la comunità a sensibilizzarsi maggiormente sui bisogni degli altri, per questo è davvero importante un ponte tra la carità e la liturgia durante la Celebrazione Eucaristica domenicale, spesso unico specchio, per molti parrocchiani, di cosa succede e come funziona la Parrocchia.

Un’altra provocazione:
Sicuramente è necessario avere bene in testa quello che deve essere il proprio ruolo per poter relazionarsi in maniera soddisfacente con la comunità.

“Se dovessimo partire ora, come caritas Parrocchiale, di che cosa avremmo bisogno?”

• Sapere quali risorse e realtà esistono sul territorio.
• Saper come agire e comportarsi nell’approccio con gli altri.
• Conoscere la propria Comunità: quanti anziani ci sono, quanti extracomunitari, quante persone sole, quanti sono i casi particolari, le situazioni di fragilità, ecc…

“ Se scopriamo determinati casi, ad esempio 20 persone che hanno bisogno di compagnia.
Che cosa facciamo? E, chi lo fa?”

• Si rende partecipe la Comunità dei casi in essere e si cerca di coinvolgere ed informare tutti,
• Non bisogna limitarsi ad essere solo “noi” gli operatori, ma bisogna cercare l’aiuto di più persone possibile.


L’incontro è terminato con un compito da svolgere in previsione del prossimo incontro che sarà lunedì 16 aprile:

Provare ad immaginare con quali mezzi o strumenti, riuscire a conoscere le realtà della Parrocchia.
Efrem



 
 
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