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Il domani è sempre appeso a un se, abita gli spazi del possibile e non ha nulla a che vedere con le certezze con cui ne parliamo raccontando quello che vorremmo realizzare.
A volte, dopo aver elencato gli appuntamenti del giorno dopo e dopo aver detto uno dei tanti arrivederci a un parente, a un amico o a un semplice conoscente, aggiungiamo un “a Dio piacendo”, una formula scaramantica che dà quasi per scontato che il piano di Dio coincida col nostro.
Frequentiamo così poco l’idea del morire, lo facciamo quando ne siamo costretti e restiamo increduli di fronte a quel che semplicemente accade tutti i giorni. E quando capita, abbiamo una fretta disperata di andare oltre e di lasciarci dietro quella malattia, quell’incidente stradale o quel malore improvviso. Cerchiamo una qualunque ragione per allontanare la paura che possa capitare anche a noi e ci acquietiamo al pensiero che l’altro beveva troppo, mangiava smodatamente o andava troppo veloce sulla strada.
Cerchiamo rifugio in un oggetto che non ci serve a nulla e nel tempo accumulerà la stessa polvere di cui siamo fatti.
Osserviamo i numeri del conto corrente e ci chiediamo se basteranno per raggiungere il secolo di vita, come se le lancette del nostro tempo e il battito del nostro cuore non dovessero mai interrompersi.
Corriamo nell’illusione di vivere di più e tra un viaggio, un acquisto e una serie televisiva da finire al più presto, non prendiamo coscienza che stiamo solo scappando, fuggendo dalla vita stessa.
Siamo voraci e alterniamo situazioni da divorare e momenti in cui accumulare, nella paura di non essere mai all’altezza della situazione e che tutto quel che abbiamo non sia mai abbastanza.
Domani è sempre un se, ma adesso è una piccola certezza in cui cercare l’unica ricchezza che davvero conti qualcosa.
Far compagnia al proprio respiro, proteggere la propria anima o affidarsi semplicemente a Dio…
Ascoltare una persona qualunque e lasciarsi raggiungere dal peso delle parole che si porta dentro…
Godere pienamente di una nuvola inaspettata, lasciarsi catturare dalle parole di un libro, osservare il movimento dei colori su una tela, condividere la verità degli amici che siedono a tavola e liberare quella leggerezza che ci appartiene…
Se domani è già oggi e siamo ancora qui, possiamo scegliere se passare la vita a difendere quel che abbiamo, come un miserabile qualunque o se aprire le porte di quel granaio e diventare il pane che si lascia condividere.
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