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Dopo le urla trattenute e i pensieri troppo pesanti per essere condivisi...
Dopo le parole ascoltate senza troppo interesse e pronte a vendersi al miglior offerente...
Dopo i ripetuti e masticati silenzi, gli insulti e le offese dei "diversamente umani" prestati al mondo delle televisioni o del web...
Dopo l'isolamento forzato e la scelta di un eremo in appartamento in cui ritrovarsi...
Dopo le apocalissi consegnate quotidianamente con Just eat e la lettura dei bollettini che annunciano un mondo a parte...
Dopo l'oroscopo del virologo di turno e le chiacchiere per montare tutto il livore possibile...
Dopo l'estraneità a sé stessi e la perdita di numerosi punti di riferimento...
Dopo l'ipocrisia perché bisogna sopravvivere e le interpretazioni di un'allegria che non ricordo più...
Dopo tutto questo e molto di più, non rinuncio alla mia vita interiore, alla spiritualità che alza lo sguardo che non si rassegna al buio e a quello spazio in cui riconoscere quel Dio che ti restituisce a te stesso e agli altri.
In Sua presenza è ancora possibile sentirsi, ascoltarsi e comprendersi.
Avvertire il tocco di una mano che schiude un orecchio e restituisce voce a una lingua.
Parto col prossimo volo, non gioco la carta del rimpianto e non m'instupidisco col rancore.
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