|
Quel che appare dall'oltre della vita non è un fantasma, un ectoplasma o una qualsiasi realtà priva di un corpo. Non è una forma di vita in tono minore quella che Gesù manifesta ai discepoli dopo la Risurrezione, ma la nostra umanità che abbandona la condizione limitata della vita presente e raggiunge il suo compimento.
I discepoli cercano con il loro sguardo quel che resta dopo la morte e immaginano Gesù come se fosse solo un'ombra, un ricordo visibile dell'uomo che hanno conosciuto e con cui hanno condiviso molto tempo. È ormai tempo di dilatare il proprio orizzonte e non è un caso se Gesù dopo aver spezzato il pane coi discepoli di Emmaus, incontra la comunità degli apostoli e li invita a riconoscere la sua corporeità nelle ferite ormai guarite e nell'atto di mangiare di fronte a loro.
Se cerchiamo Gesù come si cerca un fantasma vuol dire che ci stiamo accontentando del ricordo di una vita e di un sepolcro che la rappresenta.
C'è molto di più nella Vita che si lascia incontrare da chi decide di spingersi oltre e apre il proprio cuore oltre la prigione delle tombe in cui ci si arrende alla memoria.
Il Risorto non è un fantasma e non lo saremo neanche noi.
|
|
|