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E dopo aver respirato l'assenza della vita, sarò pronto ad accoglierla e ad affrontarla senza paura?
Il cenacolo è appesantito da lunghi silenzi, da parole non dette e da una porta che fatichiamo ad aprire. Fuori tutto continua, come sempre, ma la novità che stiamo attendendo è quella che dovremmo provare a raccontare con parole e gesti credibili.
L'ottavo giorno è ancora Pasqua e le ferite che rivelano la tua presenza ci ricordano la nostra latitanza dai pressi di quella croce.
L'ottavo giorno continui a ripetere pace e noi siamo ancora diffidenti, insicuri e impauriti.
Ci vuole tempo per andare oltre, ma il tempo ha bisogno di qualcuno che decida di misurarlo, perché la notte lasci spazio al nuovo giorno.
Ci vuole il tuo Spirito per rompere il guscio delle nostre incertezze, per spalancare quella porta che solo apparentemente protegge e difende.
Ci vuole la consapevolezza della Tua presenza, per non lasciare che i banchi di questa chiesa siano l'unico luogo in cui si celebra la tua Risurrezione.
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