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Si parla tanto di quanto sia difficile elaborare la morte, rimettere a posto ogni cosa dopo un grave lutto, ritrovare la serenità, dopo aver fatto i conti col dolore e con la sofferenza.
Non è affatto più semplice elaborare la vita e i tempi lunghi di una comunità che deve fare spazio alla Risurrezione di Gesù, ci aiutano a comprendere quanto sia faticoso accogliere anche le buone notizie.
Maria di Magdala è in sè quando parla di quello strano giardiniere?
I discepoli di Emmaus, saranno stati vittime di un colpo di sole, mentre raccontano di aver riconosciuto Gesù allo spezzare del pane?
È un fantasma o è ancora vita quell'essere che appare ai discepoli in questa domenica?
Dopo una ferita profonda, la guarigione non può mai essere immediata e dopo aver accettato la morte, il timore di essere delusi, crea in noi diffidenza e paura.
Elaborare la Vita al suo ritorno è superare ogni diffidenza e paura per aprire il cuore alla speranza e alla fiducia.
Quando riesci a vedere e a credere cambia la prospettiva del tuo sguardo interiore, il cuore si accende e accoglie la buona notizia.
Credere nel Risorto è scoprire che dopo il tradimento c'è ancora spazio per il perdono.
Vedere con gli occhi della fede è scegliere di essere in pace dopo ogni conflitto.
E, come si sono riaperte le porte del cenacolo, così anche le serrature a doppia mandata che ci separano dagli altri, possono essere rimosse e spalancare il nostro sguardo, dove il lieto annuncio non è miraggio, ma strada che ancora dobbiamo percorrere.
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