Le mani che parlano quando le parole non sono sufficienti, che accarezzano in assenza di una voce, che dicono qualcosa che i discorsi non sanno dire...
Le mani che accolgono e diventano un permesso di soggiorno per i cuori malati di solitudine e di abbandono...
Le mani che lavorano e non temono di servire, quelle che non si sentono umiliate mentre allacciano un grembiule, quelle che non temono di sporcarsi col sudore...
Le mani che raccontano un mondo più semplice e più piccolo, un mondo in cui chi è davvero più forte, sceglie di prendersi cura del più debole...
Le mani che celebrano l'Eucaristia e, se davvero desiderano essere credute, non possono esimersi dal contatto sincero con la terra e con la vita.
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