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Non è semplice abitare i giorni che finiscono portandosi dentro un desiderio eterno.
No, quella clessidra continua a rilasciare minuscoli granelli di sabbia e tutti chiedono tempo a venire, mentre l'attimo che stai vivendo sceglie di abbandonarsi all'ansia e alla paura.
Cerchiamo garanti per la nostra sicurezza e desideriamo vetri infrangibili per la nostra personale, prigione di vetro.
Dovremmo stare più attenti a noi stessi, a quell'egoismo che ci sottrae a un abbraccio, al desiderio di accumulare tesori di pietra e moneta che smettono di essere tali quando il respiro si spegne.
Dovremmo riconoscere un po' di più quel volto di Dio abbandonato in un ospedale, in una mensa per i poveri o nella disperazione di chi cerca un po' di terra per vivere.
Dovremmo fare pace con quel silenzio che non sappiamo più apprezzare, con la consapevolezza di quel Dio che semina parole per chi ha il desiderio di ascoltarsi dentro, con la magia di questo istante che ci vede presenti...
provare a credere con l'animo trasparente e leggero, a questo tempo prezioso che suggerisce l'infinito e smettere di avere paura.
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