Si può dire Dio in un numero infinito di modi, ma c'è sempre un'incalcolabile differenza tra le nostre parole e la sua Realtà più vera.
C'è differenza tra il padre che abita la nostra mente e il Padre che risiede nell'alto dei cieli.
C'è differenza tra il figlio che inevitabilmente cerchiamo di riportare tra i confini della nostra sensibilità e il Figlio che da sempre è con il Padre e ha scelto di condividere la nostra storia.
C'è differenza tra lo spirito che talvolta ci sembra di percepire e lo Spirito che il Padre pronuncia per mezzo del Figlio.
C'è differenza ed è sufficiente un po'd'umiltà per prendere coscienza che un recipiente limitato non può contenere quello che non ha misura.
C'è differenza tra chi vorrebbe imporre a chiunque il proprio modo di dire Dio e chi sceglie di contemplare, dal basso della propria imperfezione, quel mistero trino e unico che le labbra tentano di sussurrare.
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