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Caro il mio Erode,
le stelle non te le posso raccontare, e in più, ai potenti di questo mondo non è dato il dono di capire, che la luce è visibile solo per chi riconosce il buio che si porta dentro.
Il potere logora qualsiasi desiderio di conoscenza e la lotta per poterlo conservare, distrae e allontana gli occhi da qualsiasi ipotesi di cielo.
E mentre perdi tempo a chiedere l'ora esatta, il tempo non ti aspetta e i tuoi occhi persi a contemplare il luccichio delle tue scarpe, non vedono quel che già splende altrove.
Non c'è stella per chi coltiva incubi ignorando il proprio desiderio più profondo.
Non c'è giorno per chi ha bisogno dell'oscurità per continuare a coltivare i propri loschi affari.
Non c'è luce per chi rilegge i troppi zeri degli estratti conto, ma non si perde mai in una lettera d'amore.
Quando appare una stella, la logica dei mediocri chiede il prezzo per poterla possedere; quella dei sapienti, è il dono di una lacrima sorridente che si lascia rapire dalla meraviglia di un mistero che brilla davvero di luce propria.
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