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Non posso nascondere la naturale empatia che mi fa sentire a mio agio con quelli che le società d'ogni tempo chiamano "borderline".
Non credo che le autorità religiose del tempo di Giovanni avessero particolare considerazione per uno come Giovanni il Battista...
Se hanno scelto di fargli visita in quel deserto è perché lo hanno ritenuto una minaccia, una mina vagante, capace di raccogliere attorno a sé una folla di persone, un pericolo per la loro posizione sicura.
Uno che nel deserto parla in modo chiaro e comprensibile, una voce che non filtra più di tanto i contenuti che si porta dentro, è qualcuno che sfugge al tuo controllo e non ha alcun problema nel mettere in luce le tue contraddizioni.
E' una voce autorevole che prepara le strade di un Natale semplice, essenziale, vero.
E' una voce credibile perché non parla di povertà per "sentito dire", ma per esperienza diretta.
E' una voce autentica perché sa gestire il proprio successo senza lasciarsi travolgere; non si sente penalizzato nell'affermare a chiare lettere che è un altro quello che bisogna seguire.
Se lasci che quella voce risuoni nel profondo, puoi ritrovarti in quel deserto e scegliere un Natale pronto a fare spazio a quel Dio che viene.
Se prendi sul serio quello che dice, ti viene quasi voglia di abitare un po' di più in quel silenzio che prepara una casa per Dio e, sa bene in chi poterlo riconoscere presente su questa terra.
Se gli concedi uno spazio lontano dalla confusione e dalla frenesia di un consumo fine a se stesso, non è così improbabile rimboccarsi le maniche per costruire una casa per chi non ha casa...
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