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E quando il silenzio si fa respiro, quando il tempo decide che le lancette possono rallentare, quando un piccolo e modesto spazio si riscopre più giardino che prigione, mi basta una rosa qualunque per sentirmi felice.
Il volto di un amico lontano, le parole di una lettera mai spedita, un tiepido raggio di sole a pochi giorni dall'inverno e la compagnia di un Dio che avverti presente; la gioia abita in luoghi poco rumorosi e per nulla appariscenti.
La luce di uno sguardo interiore, la distanza dai sogni confezionati del centro commerciale, la consapevolezza di un cuore che batte e rintocca il mistero di una vita che non ha smarrito il proprio senso e, ti sembra di poter dire, che a volte si sta davvero bene.
Chiedere alla vita quel che realmente può dare, sentirsi un po' la casa che anche Dio può abitare, occupare il proprio posto con la semplicità di un vecchio e saggio abete...
Provare e riprovare a essere felici dove tace l'involucro del desiderio e un frammento di verità può affiorare.
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