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C'è salvezza per questo mondo dove una preghiera pronunciata con le proprie parole, diventa un pane che non ha timore di essere condiviso.
C'è salvezza su questa terra se la contemplazione del cielo non è pura astrazione, ma forza e decisione per non distogliere lo sguardo da chi chiede quanto è essenziale per vivere dignitosamente.
C'è salvezza se bussi con discrezione alla porta di chi ha fame e apparecchi la tavola per cenare insieme a lui.
C'è salvezza se non pensi solo al tuo bicchiere pieno mentre chi ti è accanto osserva il vuoto che tiene in mano.
C'è salvezza se, oltre al vocabolario dell'accoglienza, scegli di conoscere la tua estraneità per non avere timore dello straniero.
C'è salvezza per chi sa che un maglione è calore, affetto e protezione, per chi non si perde nell'orizzonte di una firma e comprende l'inverno dal punto di vista di chi ha freddo.
C'è salvezza per chi non ha paura delle corsie di un ospedale e non aggiunge solitudine e abbandono alla vecchiaia e alla malattia.
C'è salvezza nella casa che converte il giudizio in compassione e non aggiunge ulteriori sbarre a quella di una prigione.
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