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Quello che non hai dato a Cesare è quello che hai perso anche tu.
Quello che non hai dato a Cesare, sono le strade che nessuno ha costruito, gli ospedali e le scuole che vanno a pezzi, i giardini che nessuno cura più.
Quello che non hai dato a Cesare è quel servizio di autobus di cui avrebbe bisogno tuo fratello, la visita in ospedale in tempi meno biblici, per quel nonno che non ci vede più o il panino che quel bambino mangia, lontano dagli altri, perché i suoi genitori non possono permettersi la mensa scolastica.
Certo, se Cesare imparasse a fare un uso più corretto del denaro che riceve dai contribuenti, forse sarebbe più facile...
Certo, se Cesare non chiedesse a chi non può dare quel che non ha, risulterebbe più semplice...
Quello che non hai dato a Dio è quello che ti sei perso soprattutto tu.
Quello che non hai dato a Dio, è l'ansia che pervade i tuoi giorni, la tua infelicità e quella di chi non hai perdonato, le troppe domeniche che hai dedicato al supermercato.
Quello che non hai dato a Dio, è la mancanza di senso e la ripetitività di azioni di cui non conosci più il motivo, è la paura dei tanti altri che non hai conosciuto o quel silenzio che non riesci più a sopportare.
Certo, se i suoi ministri parlassero una lingua più comprensibile, verrebbe quasi voglia di ascoltarli...
Certo, se riconoscessero di più i loro errori, sarebbe un piacere ritrovarli...
Dare poco a Dio e, ancor meno a Cesare, è perdere un po' di quel che siamo; è invecchiare e sbiadire con una moneta inutile, prigioniera di una mano.
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