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Capita più di una volta che venga sera e non sempre è così facile dormire.
A volte conti i minuti e li scopri così interminabilmente lunghi.
A volte cerchi le parole di una preghiera per allontanare il ricordo di un giorno che pur essendo passato, non riesci a lasciar andare.
A volte cerchi rifugio nel silenzio e quando il mare smette di agitarsi dentro, ti sembra che qualcuno stia bussando alla porta dell'anima.
E quando arriva l'Ospite arriva anche la quiete.
Non ti preoccupi più di tanto del disordine interiore, l'Ospite è discreto, si accomoda e resta in ascolto.
E finalmente puoi parlare; lo puoi fare senza aver bisogno di ricorrere a parole di circostanza o censurando quello che provi e che senti.
Quando non temi di essere giudicato, comunicare è semplice, per certi versi elementare.
E se non ti perdi in un inutile sfogo, l'Ospite prende la parola o resta con semplicità in tua compagnia.
L'Ospite dimora in te e tu diventi il tempio che pur nel limite e nella fragilità dell'essere umano, è in grado di accogliere e di fare spazio anche all'infinito.
Gli occhi finalmente si chiudono e l'Ospite non si offende, perché anche un tempio ha bisogno di dormire e di riposare.
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